Una festa per chi ha un lavoro ma soprattutto per quanti lo hanno perso, per quanti arrancano nella lotta quotidiana ad arrivare a mettere un piatto a tavola; una festa dedicata soprattutto a chi piange lacrime amare per una occupazione cercata, agognata ma che resta chimera. (GUARDA LO SPECIALE)
Il pensiero va a quanti si rimboccano le maniche e fanno salti infiniti pur di non far soffrire i propri figli, pur di andare avanti per se stessi, pur di non chinare la testa dinanzi all'ingiustizia di un Diritto che è solo sancito ma resta su carta.
Il lavoro è un Diritto Sacro e Santo eppure nonostante i sacrifici la situazione resta la stessa: pianti e disperazione perché il giorno dopo è sempre la stessa storia o meglio lo stesso incubo: la quotidianità.
... Affinché il primo maggio possa essere davvero la festa dei Diritti, la festa dell’Occupazione, la festa dei Sorrisi, della Speranza, della Dignità per tutti, nessuno escluso.
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