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Sannio

Maltrattato, minacciato e costretto a dormire in una baracca: orchi arrestati

Episodi di cattiveria e miseria umana: persone senza scrupoli anziché accudire un giovane affetto da invalidità ne approfittavano costringendolo in uno stato di quasi schiavitù.

Agghiaccianti i particolari emersi dall'inchiesta che ha portato all'arresto di due orchi.

I DETTAGLI DELL'ATTIVITA' INVESTIGATIVA

All'esito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Benevento hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice presso le indagini preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta dei magistrati  della Procura scrivente, nei confronti di due persone conviventi di San Giorgio del Sannio, gravemente  indiziate  dei delitti  di  sequestro  di  persona,  maltrattamenti  nei  confronti  di convivente e circonvenzione  di persone incapaci.

E' stato inoltre  disposto dal giudice delle indagini preliminari  il sequestro preventivo del conto corrente cointestato  agli indagati sul quale sono accreditati i ratei pensionistici spettanti al giovane.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, "... le  attività  d’indagine,  avviate  nel  mese  di ottobre  2017,  hanno  consentito - spiega il procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro -  di  acclarare gravissimi  indizi dei reati ipotizzati, commessi ai danni di una persona affetta da "ritardo mentale con gravi disturbi della condotta", convivente con gli indagati dal 2015, al quale i predetti sottraevano  le somme a questi spettanti a titolo di pensione d 'invalidità.

In particolare, le investigazioni hanno consentito di accertare che gli indagati costringevano il giovane a svolgere l’attività non autorizzata di parcheggiatore a San Giorgio del Sannio, per poi sottrargli il ricavato.

La povera vittima era tenuta in uno stato di assoluta soggezione, anche attraverso continue minacce di percosse  e lesioni;  si appurava,  altresì, che i due indagati avevano  relegato il giovane in un piccolo deposito in lamiera adibito a ricovero  attrezzi, posto all'esterno  del cortile della loro abitazione, senza finestre e servizi igienici, dotato di un lucchetto esterno che, in alcune occasioni e per le ore notturne, gli indagati serravano, privando, di fatto, della libertà  personale  il  malcapitato". 

Sempre   nel  corso  delle  attività,   i  carabinieri   hanno rinvenuto,  durante  un controllo  nella  capanna  di  lamiera  (successivamente  sottoposta  a sequestro  per illeciti di carattere urbanistico),  la persona offesa adagiata su di una branda con il solo conforto di una sottile trapunta, pur in circostanze di disagevoli situazioni metereologiche. 

E' emerso inoltre dalle investigazioni che il trentasettenne subiva e reagiva  con l'innocenza di un bambino,  per le sue condizioni  psichiche,  ai continui rimproveri  e vessazioni nonchè agli sfruttamenti posti in essere dagli indagati. 

Costretto a fare il parcheggiatore  anche nelle giornate piovose senza alcun riparo, sotto il controllo a distanza dei  due aguzzini,  la vittima  era  del tutto incapace  di sottrarsi  alla situazione  di  "quasi schiavitù".

In alcuni frangenti i due indagati addirittura minacciavano  la persona offesa di spezzarle le gambe e di percuoterla con un bastone, qualora non avesse obbedito ai loro turpi ordini.

Ma per fortuna l'incubo è terminato: la vittima é stata affidata temporaneamente ad un locale centro di assistenza. 

Ora giustizia è fatta.

Plauso ai Servitori dello Stato. (t.l.)

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