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Sannio

Primo maggio, festa del lavoro che non c'è. Bosco: "Diminuire le tasse"

Un primo maggio in chiaro scuro dove non solo si discute del lavoro che non c'è ma anche della sicurezza che in alcuni casi arranca. 

“Dal 1° gennaio 2018 sono già 160 circa le morti bianche – afferma Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) -, un numero enorme.

Prevenzione, informazione e formazione hanno un prezzo che deve gravare sul costo del lavoro. Più diminuisce il costo del lavoro, più aumenta la possibilità che vi siano infortuni. Detto ciò, va sottolineato – prosegue Bosco – che è netta la volontà di operare unitariamente per mettere in risalto il tema della desertificazione demografica delle aree interne quale conseguenza della desertificazione industriale e dei servizi pubblici, quali sanità, trasporti, istruzione e socio-assistenziale.

Sono molto preoccupato – conclude Bosco – per il grave atteggiamento posto in essere dal presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca che un giorno si e l’altro pure tenta di tagliare impunemente pezzi di sanità nella provincia di Benevento rendendo inefficienti Asl e azienda ospedaliera”.

Intanto la Uil Avellino/Benevento fa sapere che tasse, contributi e oneri veri pesano ancora come un macigno sulle buste paga degli italiani.

È quanto rileva l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), secondo cui il nostro Paese è al terzo posto tra i membri Ocse per peso del cuneo fiscale sul costo del lavoro, vale a dire la differenza tra il costo del lavoro sostenuto dal datore di lavoro e il corrispondente reddito netto che arriva effettivamente nelle tasche del lavoratore.

Secondo la classifica del rapporto 'Taxing Wages', nel 2017 le tasse e i contributi sociali a carico del lavoratore e del datore di lavoro ammontavano nel nostro Paese al 47,7% nel caso di un lavoratore single (in calo di appena lo 0,09% rispetto al 2016), contro la media Ocse del 35,9%. Peggio dell’Italia fanno Belgio (53,7%) e Germania (poco sotto il 50%). Il cuneo scende però al 38,6% per le famiglie di 4 persone con un unico percettore di reddito, contro la media Ocse del 26,1%.

Dal 2000 al 2017 in Italia il cuneo fiscale è aumentato, seppur debolmente, per i lavoratori single; e diminuito, altrettanto lievemente, per i nuclei familiari con due figli e un unico percettore di reddito (che possono beneficiare delle agevolazioni per i figli a carico). 
“Lo studio dell’Ocse sul cuneo fiscale – dichiara Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) - certifica nuovamente come sia prioritario nel nostro Paese tagliare le tasse sul lavoro.

Bisogna partire dai lavoratori dipendenti che sono i cittadini a più alta fedeltà fiscale agendo attraverso un taglio mirato con un aumento significativo delle detrazioni per i redditi fino a 45 mila euro.

La riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati deve essere la priorità che il nuovo governo deve affrontare, anche al fine di sostenere la ripresa economica con un rilancio dei consumi e della domanda interna”.

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