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Sannio

Rifiuti, Di Maria: "Il Sannio non può essere terra di conquista. Sì a scelte condivise per la gestione"

Primo Consiglio provinciale post Covid nel rispetto di tutte le normative anti contagio.

IL DETTAGLIO DEI LAVORI

L’Assemblea, non ricoprendo più la carica di Amministratori comunali Renato Lombardi e Pasquale Carofano e quindi gli stessi non essendo più Consiglieri provinciali, ha innanzitutto proceduto a ricostruire il “plenum”: al posto degli uscenti sono subentrati i primi dei non eletti rispettivamente delle Liste n. 1 “Partito Democratico” e n. 5 “Sannio Campania Europa” nelle persone di Giuseppe Di Cerbo, Consigliere comunale di Amorosi, e di Domenico Vessichelli, Sindaco di Paduli.

La seduta del Consiglio è stata animata, in premessa, dalla presenza in Aula di alcuni dipendenti dei disciolti Consorzi rifiuti, uno dei quali ha minacciato anche di lanciarsi da una finestra.

La protesta è stata controllata dalle Forze dell’Ordine e dagli Agenti della Polizia Provinciale.

I lavori del Consiglio, comunque, si sono svolti regolarmente, tuttavia ottemperando alle prescrizioni sul distanziamento sociale e con l’adozione dei dispositivi di protezione personale. Il pubblico ha potuto seguire la seduta anche attraverso uno schermo installato nella Corte della Rocca dei Rettori.

Il Consigliere Claudio Cataudo, nel rivolgere i propri auguri di buon lavoro ai neo Consiglieri ed al Vice Presidente Nino Lombardi, ha auspicato che, al di là appartenenze politiche, si possa fare gruppo tutti insieme per portare avanti le istanze della popolazione sannita nelle sedi di governo.

L’appello è stato subito accolto sia dal Consigliere Di Cerbo che dal Consigliere Vessichelli nel corso delle dichiarazioni rituali della prima seduta. Il Presidente Di Maria ha quindi comunicato al Consiglio di aver nominato il Consigliere Nino Lombardi Vice Presidente della Provincia.

Quest’ultimo quindi ha dichiarato come la cooperazione e la sinergia di lavoro tra chi amministra il territorio è sempre un valore aggiunto perché i colori politici ormai sono superati e conta di più colorare le pagine dell’azione amministrativa, occorrendo un livello istituzionale unitario a favore delle aree interne.

ASEA. Il Consiglio è, quindi, passato a discutere dell’adeguamento e delle modifiche dello Statuto dell’Asea, Società partecipata dall’Ente. Il provvedimento è stato illustrato dal Presidente che ha sottolineato come il nuovo Statuto risponde sia alle modifiche normative nel frattempo intervenute in materia di Organi amministrativi, sia alla necessità di dare nuovo impulso all’attiva di servizi dell’Asea, contenendole di assumere nuove commesse.Nel dibattito sono intervenuti i Consiglieri Giuseppe Ruggiero, Claudio Cataudo e Lucio Mucciacciaro, il quale ultimo ha in particolare richiesto trasparenza nelle nomina dei nuovi Amministratori.

Di Maria ha subito risposto sul punto assicurando la piena rispondenza delle sue scelte alla legge ed ha ribadito la propria volontà che la Società Asea ampli ulteriormente le proprie attività anche per garantire la tenuta dei livelli occupazionali.

Il provvedimento è stato infine adottato all’unanimità.Si è quindi passati a discutere sulla vicenda che ha tenuto banco nelle cronache nei giorni scorsi, ovvero la vertenza dei lavoratori del Consorzio Esaf, affidatario da parte della Regione Campani di un appalto lavori da molti milioni di Euro per la manutenzione delle strade provinciali.

Il Presidente Di Maria, che ha sottolineato come tale appalto sia stato ereditato dalla Amministrazione precedente, ha illustrato le criticità riscontrate nella gestione di tale servizio, anche testimoniate dalle proteste dei Sindaci e dei cittadini, ed ha chiesto al Consiglio di voler approvare un provvedimento per richiedere il rispetto pieno da parte del Consorzio di Imprese dell’intero capitolato d’appalto sottoscritto con la Regione al fine di garantire ai cittadini strade più sicure. Sul punto si è sviluppato un ampio dibattito con la partecipazione dei Consiglieri Lombardi, Ruggiero, Cataudo, Vessichelli, al termine del quale è stata accolta la richiesta del Presidente Di Maria.

Si è quindi avviata la discussione sul punto relativo alla gestione del ciclo rifiuti nel Sannio. Di Maria ha ricordato come l’impiantistica dedicata al “ciclo” sia completamente ferma: con lo Stir di Casalduni distrutto dall’incendio del mese di agosto 2018 e la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte sottoposta a sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria.

Peraltro, la SAMTE è in concordato liquidatorio con continuità aziendale; mentre la presenza di siti utilizzati per lo stoccaggio di una consistente quantità di ecoballe gravano dal 2011 sui bilanci della SAMTE per circa € 1.300.000,00 ogni anno, il che ha creato un “default” di circa € 10.000.000,00 ricaduti sulle tasche dei soli cittadini della provincia di Benevento, pur essendo materiale di provenienza, per la quasi totalità, da altre province campane.

Da questa gravissima ed intollerabile situazione  è nata, ha detto Di Maria, la lotta per la perequazione di tali esorbitanti costi prevista peraltro da una legge regionale (art. 41, della 14/16). Di Maria ha sottolineato che l’assenza di pianificazione da parte dell’Ente d’Ambito è la condizione “ideale” per veder trasformata questa provincia in terra di conquista per tutte le occasioni di imprenditoria ardita che non disdegna di allocare nel Sannio impianti di trattamento di rifiuti di capacità ben oltre superiori a quelle prodotte nel Sannio. “Si tratta dunque di una vera e propria devastazione del territorio”. Il Presidente Di Maria, a conclusione del dibattito, propone la istituzione di un Tavolo tecnico con la partecipazione di tutti i Soggetti istituzionali per avviare una politica condivisa sulla gestione del ciclo dei rifiuti.

Il Presidente sottolinea anche che il dibattito ha proposto il tema della autosufficienza alla gestione del ciclo dei rifiuti sul territorio provinciale.Sul tema, di drammatica attualità, sono intervenuti numerosi Consiglieri.Il Consigliere Ruggiero ha lamentato inadempienze da parte dei Soggetti istituzionali che ha generato confusione di ordine amministrativo, direzionale e di strategia sul ciclo dei rifiuti. Ruggiero ha sottolineato la gravità del fatto che in Regione Campania stia andando avanti il procedimento per l’autorizzazione impianti di mega dimensioni per il trattamento dei rifiuti nel Sannio.Il Consigliere Cataudo ha affermato che non sembra esserci alcun punto di svolta nella vicenda di gestione del ciclo rifiuti rispetto allo scorso anno, in particolare per quanto riguarda l’elusivo comportamento della Regione che non mantiene gli impegni assunti in particolare per quanto riguarda la perequazione, la rimozione delle ecoballe, lo Stir fermo, etc.; mentre invece è sempre pronta a chiedere la solidarietà istituzionale e territoriale al Sannio quando si trova in difficoltà . Questo, ha concluso Cataudo,  consente l’aggressione al territorio da parte dei privati.Il Consigliere Di Cerbo ha sottolineato la necessità urgente di una intesa istituzionale tra i Soggetti che governano il territorio provinciale: il popolo sannita si fa male quando prevalgono le logiche dei partiti sugli interessi della collettività. Ha quindi attaccato la Regione Campania che, con De Luca, vuole togliere le castagne dal fuoco in materia di rifiuti dalle aree forti e trasferirle nel Sannio, provincia debole.

Il Consigliere Vessichelli ha sottolineato la necessità di individuare linee guida precise da parte della classe dirigente provinciale corredate da proposte concrete di gestione da applicare sul nostro territorio e questo al di là delle appartenenze politiche.Il Consigliere Mucciacciaro ha denunciato la irrilevanza del ceto politico sannita e la sudditanza della sua classe dirigente rispetto alla volontà egemone del Presidente della Regione che comanda a bacchetta sul territorio provinciale beneventano.

E’ quindi intervenuto il Presidente dell’Ato rifiuti Pasquale Iacovella per sottolineare le incongruenze e le criticità registrate negli anni passati presso l’impianto di trattamento dello Stir di Casalduni con le ben vicende che hanno portato alla paralisi operativa attuale, ma che era già nei fatti prima ancora che scoppiasse l’incendio nel 2018. Iacovella ha anche denunciato il fatto che nessun Comune ha avviato in passato una qualsivoglia iniziativa per il trattamento della frazione organica del rifiuti: è stato, ha detto Iacovella,  un errore epocale non aver dato alcun tipo di risposta, se non quella “non nel mio giardino”.

La prospettiva oggi è, secondo il Presidente l’Ato, la ripresa delle attività dello Stir di Casalduni perché in qualche modo questo significa che non viene abbandonato a se stesso il catafalco di ctr. Fortunato. Ma la Regione Campania, ha proseguito Iacovella, vuole realizzare soltanto un impianto biodigestore in ctr. Fortunato, dimenticando l’impianto di disinquinamento promesso nella stessa località e a servizio di Casalduni già dodici anni or sono. “Noi siamo pronti, ha detto Iacovella, ad approvare le Linee guida e a breve anche il Piano definitivo dell’Ato che tra l’altro prevede che lo Stir di Casalduni divenga una ecostruttura.

Noi abbiamo lasciata aperta la costituzione dei Sub-ambiti da parte dei Comuni affinché per aree omogenee si possa organizzare la gestione del servizio di raccolta.

Chiediamo tuttavia il pagamento delle quote dei servizi da parte dei Comuni all’Ato. In ogni caso stiamo per dare una svolta importante all’Ato con l’approvazione delle linee strategiche”.

Il Presidente Di Maria, a conclusione del dibattito, ha proposto la istituzione di un Tavolo tecnico con la partecipazione di tutti i Soggetti istituzionali per avviare una politica condivisa sulla gestione del ciclo dei rifiuti, sottolineando anche che il dibattito in Consiglio ha proposto con forza il tema della autosufficienza alla gestione del ciclo dei rifiuti sul territorio provinciale.La proposta di Di Maria è stata approvata a voti unanimi.Eguale consenso ha ottenuto la proposta per l’ultimo punto all’Ordine del Giorno dei lavori del Consiglio vale a dire l’adesione della Provincia di Benevento alla istituzione dei tre Distretti di qualità del Cibo sul territorio provinciale, individuati dalla Regione Campania e cioè: 1) “Distretto agroalimentare di qualità della Provincia di Benevento a vocazione vitivinicola e olivicola”; 2) “Distretto agroalimentare di qualità del Sannio a vocazione zootecnica e cerealicola”; e 3) “Distretto rurale della Provincia di Benevento”.

CICLO DEI RIFIUTI-
Si è quindi avviata la discussione sul punto relativo alla gestione del ciclo rifiuti nel Sannio. Di Maria ha ricordato come l’impiantistica dedicata al “ciclo” sia completamente ferma: con lo Stir di Casalduni distrutto dall’incendio del mese di agosto 2018 e la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte sottoposta a sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria. Peraltro, la SAMTE è in concordato liquidatorio con continuità aziendale; mentre la presenza di siti utilizzati per lo stoccaggio di una consistente quantità di ecoballe gravano dal 2011 sui bilanci della SAMTE per circa € 1.300.000,00 ogni anno, il che ha creato un “default” di circa € 10.000.000,00 ricaduti sulle tasche dei soli cittadini della provincia di Benevento, pur essendo materiale di provenienza, per la quasi totalità, da altre province campane. Da questa gravissima ed intollerabile situazione  è nata, ha detto Di Maria, la lotta per la perequazione di tali esorbitanti costi prevista peraltro da una legge regionale (art. 41, della 14/16). Di Maria ha sottolineato che l’assenza di pianificazione da parte dell’Ente d’Ambito è la condizione “ideale” per veder trasformata questa provincia in terra di conquista per tutte le occasioni di imprenditoria ardita che non disdegna di allocare nel Sannio impianti di trattamento di rifiuti di capacità ben oltre superiori a quelle prodotte nel Sannio. “Si tratta dunque di una vera e propria devastazione del territorio”. Il Presidente Di Maria, a conclusione del dibattito, propone la istituzione di un Tavolo tecnico con la partecipazione di tutti i Soggetti istituzionali per avviare una politica condivisa sulla gestione del ciclo dei rifiuti. Il Presidente sottolinea anche che il dibattito ha proposto il tema della autosufficienza alla gestione del ciclo dei rifiuti sul territorio provinciale.Sul tema, di drammatica attualità, sono intervenuti numerosi Consiglieri.

Tra questi anche il Presidente dell’Ato rifiuti Pasquale Iacovella per sottolineare le incongruenze e le criticità registrate negli anni passati presso l’impianto di trattamento dello Stir di Casalduni con le ben vicende che hanno portato alla paralisi operativa attuale, ma che era già nei fatti prima ancora che scoppiasse l’incendio nel 2018.

Iacovella ha anche denunciato il fatto che nessun Comune ha avviato in passato una qualsivoglia iniziativa per il trattamento della frazione organica del rifiuti: è stato, ha detto Iacovella,  un errore epocale non aver dato alcun tipo di risposta, se non quella “non nel mio giardino”.

La prospettiva oggi è, secondo il Presidente l’Ato, la ripresa delle attività dello Stir di Casalduni perché in qualche modo questo significa che non viene abbandonato a se stesso il catafalco di ctr. Fortunato.

"Ma la Regione Campania, ha proseguito Iacovella, vuole realizzare soltanto un impianto biodigestore in ctr. Fortunato, dimenticando l’impianto di disinquinamento promesso nella stessa località e a servizio di Casalduni già dodici anni or sono. Noi siamo pronti, ha detto Iacovella, ad approvare le Linee guida e a breve anche il Piano definitivo dell’Ato che tra l’altro prevede che lo Stir di Casalduni divenga una ecostruttura. Noi abbiamo lasciata aperta la costituzione dei Sub-ambiti da parte dei Comuni affinché per aree omogenee si possa organizzare la gestione del servizio di raccolta.

Chiediamo tuttavia il pagamento delle quote dei servizi da parte dei Comuni all’Ato. In ogni caso stiamo per dare una svolta importante all’Ato con l’approvazione delle linee strategiche”.

Il Presidente Di Maria, a conclusione del dibattito, ha proposto la istituzione di un Tavolo tecnico con la partecipazione di tutti i Soggetti istituzionali per avviare una politica condivisa sulla gestione del ciclo dei rifiuti, sottolineando anche che il dibattito in Consiglio ha proposto con forza il tema della autosufficienza alla gestione del ciclo dei rifiuti sul territorio provinciale.

La proposta di Di Maria è stata approvata a voti unanimi.Eguale consenso ha ottenuto la proposta per l’ultimo punto all’Ordine del Giorno dei lavori del Consiglio vale a dire l’adesione della Provincia di Benevento alla istituzione dei tre Distretti di qualità del Cibo sul territorio provinciale, individuati dalla Regione Campania e cioè: 1) “Distretto agroalimentare di qualità della Provincia di Benevento a vocazione vitivinicola e olivicola”;

2) “Distretto agroalimentare di qualità del Sannio a vocazione zootecnica e cerealicola”; e 3) “Distretto rurale della Provincia di Benevento”.

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