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Sannio

Turni massacranti, continua la protesta al Fatebenefratelli

lavoratori fatenebefratelli

Non si attenua il malcontento dei lavoratori dell’ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento. Dopo lo stato di agitazione del 29 dicembre proclamato dalla Uil Fpl e Fp Cgil, a dar man forte anche ai dipendenti interviene anche la Fsi Irpinia Sannio che aderisce “all’azione già promossa da altre sigle sindacali”.La questione riguarda, come si legge nel documento della Uil Fpl e Fp Cgil, "i carichi di lavoro insostenibili. In particolare nelle sale operatorie, non è garantito il cambio di turno per gli infermieri i quali, per le sedute operatorie ordinarie, dovrebbero avere il cambio alle ore 14.00 ma sono costretti a permanere per diverse ore in più perché il personale non è sufficiente a garantire il prolungamento delle sedute stesse. Nell’assemblea i lavoratori hanno anche rimarcato che in ogni sala operatoria sono presenti solo un infermiere strumentista e un infermiere di sala, mentre nella maggior parte dei casi non c’è la presenza di un infermiere nella sala risveglio. 

I dipendenti fanno notare che la situazione si verifica da anni, nonostante la Direzione Sanitaria e i primari responsabili delle liste operatorie siano al corrente delle problematiche. Ciononostante, non si registra ancora alcun tipo di risposta.

Questa condizione provoca un aumento del carico di lavoro anche per i reparti di Chirurgia, Ortopedia e Ginecologia. 

Le cose non vanno meglio nei reparti di degenza ordinaria, dove gli operatori Socio-sanitari (OSS) sono totalmente assenti e quindi gli infermieri devono farsi carico anche delle competenze di questi ultimi con un demansionamento della figura professionale. In più gli infermieri si occupano anche delle richieste di esami, dell’aggiornamento della terapia in seguito al giro visita.

I dipendenti esprimono preoccupazione perché con questi carichi di lavoro si potrebbe mettere a repentaglio la qualità assistenziale, nonostante gli enormi sforzi profusi dai lavoratori stessi. In questa situazione, invece, si bada al raggiungimento degli obiettivi numerici fissati dall’azienda e dai primari, dimenticando che gli obiettivi stessi non possono prescindere dalla qualità del servizio. Aspetto, questo, particolarmente sorprendente giacché parliamo di un’Azienda ospedaliera religiosa che, tra l’altro, è finanziata con fondi pubblici”.

Un documento però che non trova d’accordo i vertici dell’azienda ospedaliera che ritengono la nota pretestuosa e poco aderente alla realtà.

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