Sedici punti di distanza in classifica, penultimo posto contro terza piazza. Caserta-Avellino si gioca con questi valori. Due squadre distanti sia per gioco che per obiettivi, ma sempre protagoniste nel corso della loro storia di gare avvincenti e sfide mozzafiato. Proprio come quella della gara di andata, vinta in rimonta da Caserta, che riuscì a spazzare via le poche certezze che la squadra avellinese stava cercando di mettere da parte. Sacripanti, ex del match, aveva vacillato, e non era mancato chi ne aveva chiesto insistentemente la testa. La sua squadra aveva chiuso il secondo quarto doppiando quasi gli avversari, ma quel 44 a 23 era destinato ad essere sovvertito. Sembrano passati anni luce da quella gara. La classifica ora esprime i suoi reali valori, ed Avellino è lassù, in terza posizione, e non sarà certamente d’accordo a farsi fermare dai cugini casertani. La squadra biancoverde ha svolto una intensa settimana di lavoro, contrassegnata proprio dalla voglia di continuare lungo la strada sinora tracciata e che ha prodotto risultati eccellenti e fortificato la voglia di fare della squadra irpina. Una squadra che si sta sempre più distinguendo per la tenacia e il gioco che mostra una impronta di personalità unica. Su queste basi la formazione biancoverde dovrà costruire le proprie convinzioni, senza tuttavia dimenticare che la Juve Caserta, nonostante la posizione di classifica, resta una squadra ostica. Sacripanti sta facendo un lavoro mentale sui suoi sin dall’immediato dopopartita contro Cremona, invitando i giocatori a non guardare e non pensare a quello che è successo all’andata. La  concentrazione deve essere orientata tutta alla sfida del Pala Maggiò, dove bisognerà mettere in atto le cose che sono state maniacalmente provate in settimana. Sacripanti, come detto, gioca contro il proprio passato, ma anche contro la squadra che all’andata aveva rischiato di mettere fine alla sua avventura in Irpinia. Quello di domenica non sarà un match come gli altri per lui. E non lo sarà per il resto della squadra, perché, si sa, ogni derby è un capitolo a parte nella dinamica del campionato. Palla a due ancora una volta a ora di pranzo. Orario al quale Avellino sta ormai facendo l’abitudine, visto che anche contro Cremona si era giocato a mezzogiorno