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Finisce il sogno della Sidigas. Sconfitta che brucia ma resta l'orgoglio

Il sogno della Sidigas Avellino si infrange in gara sei contro Venezia. Ieri sera in un Pala del Mauro gremito la squadra biancoverde non è riuscita nell’impresa di agguantare il pareggio nella serie. In finale contro Trento ci sarà dunque la Reyer, che ha vinto la serie di semifinale per 4 a 2. Per l’Avellino una sconfitta che brucia, ma che non abbatte l’ambiente.

sidigas scandone

Il sesto atto della serie delle semifinali scudetto rappresenta anche la fine della corsa per la Sidigas Scandone Avellino. Vince Venezia, che vola in finale contro Trento. La Sidigas esce tra gli applausi, non riuscendosi però a migliorare rispetto all’anno passato, quando, sempre in semifinale, venne eliminata da Reggio Emilia. Il sogno che si spezza davanti al pubblico di casa, quello stesso che per una stagione intera aveva trascinato la squadra, sostenendola nei momenti di difficoltà, e spingendola là dove forse nessuno aveva previsto ad inizio campionato. La gara che poteva riaprire per l’ultima volta il discorso qualificazione consegna un risultato beffardo, una sconfitta per un solo punto, frutto di una rimonta incredibile dei padroni di casa nell’ultimo quarto, quando si riusciva a passare dal meno quattordici alla fine del terzo quarto, al meno uno finale. Ma non bastava, perché lo spreco di occasioni e la precisione degli avversari al tiro da tre non erano più rimediabili nell’ultima frazione. Come una costante quasi inspiegabile, Avellino sprecava gran parte delle proprie possibilità alla fine del secondo quarto, quando quello che potremmo definire un calo fisiologico della squadra aveva consentito a Venezia di prendere il largo. Dopo una buona partenza, con Avellino che chiudeva avanti il primo periodo, il secondo parziale era devastante. 19 a 31 il conto del secondo quarto, con Avellino cacciato a meno nove. La situazione peggiorava addirittura nel terzo periodo, prima che la squadra di Sacripanti non riuscisse a trovare la via della reazione nell’ultimo quarto. Quando però, come detto, era troppo tardi per rimettere in piedi il risultato. Sono tanti oggi i rimpianti, ma accanto alla consapevolezza di avere forse sprecato una grande occasione, va evidenziato che la squadra irpina ha dato tutto quello che aveva da dare e, soprattutto, se l’è vista con una formazione, quella veneziana, che ha dimostrato di avere qualità e di non avere affatto demeritato il traguardo raggiunto. Ora una breve pausa di riflessione, prima di ricominciare a programmare il futuro immediato, con l’organizzazione di una squadra che possa quantomeno confermare Avellino tra le regine del basket italiano.

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