Dunque le carte sono state scoperte. Tra qualche mese la gestione del servizio idrico di Irpinia e Sannio potrebbe passare nelle mani di un nuovo gestore. Un nuovo soggetto che nascerà dalla fusione tra Alto Calore Servizi e Gesesa. E' questa l'ipotesi alla quale stanno lavorando i vertici societari, l'Ato Calore irpino e le rappresentanze istituzionali. Sarebbe una rivoluzione, per i consumatori, ma anche per comuni, sindaci, partiti e sindacati. Sull'acqua in questa Provincia spesso si sono costruite carriere politiche, tanto che è diventato luogo comune il detto secondo il quale fino ad oggi l'Alto Calore ha dato più da mangiare che da bere. L'attenzione, dunque, è massima. L'idea dell'aggregazione, contemplata dalla legge, prevede che la maggioranza resti pubblica. Tra i vantaggi ci sarebbe un abbassamento delle tariffe, secondo il criterio della perequazione, visto che quelle applicate da Gesesa sono meno salate. Il piano deve essere messo a punto entro il 3 giugno, altrimenti la regione potrà procedere con gara europea. L'operazione non è semplice: si tratta di mettere insieme una grande azienda come l'Acs, con 360 dipendenti e oltre 130 comuni, e Gesesa, che conta una sessantina di dipendenti e gestisce una decina di comuni, tra cui la città di Benevento. Non è semplice soprattutto perchè Acs porta sulla spalle un deficit di oltre 100milioni di euro, e qui bisogna capire come verrà superato l'ostacolo. C'è, come accennato, un risvolto politico rilevante: la nuova società andrebbe ad operare su un territorio che con la riforma elettorale diventa collegio unico. Il rischio di una gestione clientelare è dietro l'angolo.
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