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Acs, l'acqua c'è (per ora): piscine e contatori, caccia ai furbetti

Per il momento l'acqua c'è. C'è, ma vista la siccità che incombe, in prospettiva potrebbe non esserci o essere razionata. Come ogni anno, all'inizio dell'estate, Alto Calore fa il punto sull'approvvigionamento idrico e invita i cittadini ad uso consapevole della risorsa e a evitare sprechi. Nel mirino i cosiddetti furbetti del contatore, quelli degli allacci abusivi o delle manomissioni, e coloro che, indebitamente, usano l'acqua dell'Acs per riempire le piscine.

Per far fronte agli illeciti l'amministratore unico, Michelangelo Ciarcia, ha chiesto ancora una volta la collaborazione delle amministrazioni e delle polizie municipali. Fin qui la parte operativa, contingente, quella che interessa di più i cittadini.

Sullo sfondo restano i problemi della società, innumerevoli.  Alto Calore ha un deficit che supera di molto i cento milioni di euro. Sulla società pende un'istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica. La pronuncia dei giudici è attesa tra luglio e settembre. In queste condizioni ottenere l'affidamento del servizio idrico, necessario per accedere ai fondi del Pnrr, è un'impresa improba.

Il piano di salvataggio prevede lo sdoppiamento del distretto idrico, uno per l'Irpinia e uno per il Sannio, con Acs chiamata a gestire solo i comuni della provincia di Avellino. Così, si avrebbero meno dipendenti, meno reti da seguire, meno manutenzioni da effettuare, quindi si risparmierebbe sui costi e si potrebbe ottenere l'affidamento in regime di salvaguardia, in attesa di tempi migliori. Ciò consentirebbe anche di accedere ai fondi del Pnrr. Se l'operazione non dovesse andare in porto, Ciarcia si è detto pronto al passo indietro. 

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