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Aggregazione Alto Calore-Gesesa, mandato dei sindaci a De Stefano: ma è polemica

Lello De Stefano incassa l'ok dell'assemblea dei sindaci e va avanti nel processo di aggregazione tra Acs e Gesesa.
Sulla linea del presidente, e di buona parte Pd, il 43,67% dei sindaci registrati. Soglia che sale al 60% se si tiene conto di quelli presenti al momento del voto. Ovviamente non sono mancati dissensi, con sindaci che hanno abbandonato, altri che hanno votato contro o si sono stenuti, tra questi anche Ariano e Avellino.
Non passa invece la proposta di affiancare a De Stefano un comitato di sindaci. Soddisfatto il presidente, che al termine di una lunga assemblea dichiara che ''restano in piedi tutte le soluzioni, ma i sindaci hanno voluto che andassimo avanti sulla prospettiva dell'aggregazione. Reputo molto importante l'indirizzo dato al Cda''
Nella relazione introduttiva il presidente ha snocciolato i numeri di Acs: 120milioni di debiti, 90 di crediti, 40 milioni di fatturato, costi per personale pari a 19 milioni, per l'energia a 17. A sostegno della sua tesi, De Stefano ha portato i pareri degli studi Caia e Sandulli. L'alternativa all'aggregazione sarebbe o la gara pubblica o l'azienda in house, con l'obbligo per i comuni di provvedere al risanamento.
Ma la linea non convince tutti, a partire dal presidente della provincia e sindaco di Ariano Domenico Gambacorta che punta il dito contro l'inefficienza dell'Acs riscontrata in questi anni e contro bilanci inattendibili, votati nel tempo dai partiti del centrosinistra. Dunque, prima di prendere ogni decisione vanno valutate bene le carte e bisogna passare attraverso i consigli comunali. Anche perchè molti comuni vantano crediti importanti nei confronti di Acs.
Dissensi anche nel Pd, se ne fa portavoce Salazarulo

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