Da FILCTEM – CGIL, UILTEC, UGL Energia riceviamo e pubblichiamo:
Ancora una volta dobbiamo registrare un'intervista dell’AD, che nel raccontare la sua verità, tocca delicati argomenti di natura sindacale, per cui si rende necessaria ed opportuna una precisazione da parte delle scriventi.
Ricordiamo che in merito all’ abolizione della matrice, alla distrettualizzazione, all’ eliminazione dei privilegi, ancora nulla è stato fatto e siamo quindi in mezzo al guado.
L’organizzazione a matrice del personale è stata abolita, ma non solo non ci è stata ancora consegnata la relativa delibera, per quanto non sono subentrate nuove disposizioni in merito, tant’è che ancora oggi vi sono figure che si firmano “coordinatori e responsabili di attività”.
Nulla si è fatto per una nuova organizzazione funzionale del personale da cui dovrebbe discendere anche l’organizzazione dei distretti ed ancora non si è avviato nessun tavolo di trattativa.
La mappa delle perdite, che il sig. presidente si attribuisce, è stata pubblicata nell’aprile 2012, durante la gestione D’Ercole-Abate, con lo scopo preciso di sollecitare i comuni soci a risanare le reti di distribuzione di loro proprietà ma nonostante la disponibilità di tale censimento, nulla ad oggi è stato fatto.
E nulla è riuscito a produrre l’AD, nonostante il suo taglio manageriale e le sue infinite conoscenze, nemmeno nel settore energetico, visto che l’attuale fornitore si è rivelato un intermediario inaffidabile, con conseguenze che ci auguriamo non ricadono, ancora una volta, sugli emolumenti dei lavoratori.
Inoltre, la dichiarata volontà da parte del comune di Montemiletto di ritornare in ACS, non ha ancora prodotto alcun effetto, difatti ad oggi, nessun corrispettivo viene versato dal comune in questione per la fornitura idrica che ACS continua ad erogare.
Ci dica piuttosto l’AD, quanto ha versato ad oggi la MOSE per la fornitura in corso.
Riguardo infine l’abolizione dei privilegi, vorremmo sapere una volta per tutte, quali sono questi privilegi e chi riguardano, visto che l’opinione pubblica potrebbe colpevolizzare tutti i lavoratori di ACS, che con spirito di abnegazione prestano la loro opera anche se sono stati cancellati alcuni diritti previsti dal CCNL.
La telenovela degli scontrini poi, deve finire sig. AD, se per caso ha preso un caffè di troppo, faccia ammenda anzi meglio ancora, se le dovesse risultare che qualcuno, ha impropriamente speso in passato circa 65.000 euro di caffè, lo denunci nelle sedi opportune !!!
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