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Alto Calore, pagati gli stipendi: ma è tensione tra De Stefano e sindacati

de stefano

Si pensava che con il voto plebiscitario sul bilancio, l’Alto Calore si avviasse ad una gestione più serena delle precedenti. Invece lungo la strada della rivoluzione annunciata dal presidente Lello De Stefano ogni giorno si frappongono nuovi ostacoli. I problemi non vengono dai sindaci, bensì dal sindacato e, soprattutto, dalla precarietà della situazione contabile. Il muro contro muro con i lavoratori è stato scongiurato solo ieri in tarda serata. I sindacati avevano annunciato lo stato di agitazione pe il mancato pagamento degli stipendi di aprile, cosa mai accaduta in ottanta anni di storia della società. Passano poche ore e il presidente in persone rassicura che i bonifici sono partiti e quindi i dipendenti possono stare tranquilli. Ma la sensazione è che ci si trovi solo di fronte all’inizio di una lunga stagione  di contrapposizione. Il nodo sta nella riorganizzazione del personale annunciata da De Stefano con annessa lotta ai privilegi: troppi generali e pochi soldati, si è detto nell’ultima assemblea in sede di approvazione del bilancio. Manca il personale persino per leggere i contatori, eppure l’Acs vanta 360 dipendenti. Dal canto loro i lavoratori puntano il dito contro il mancato confronto e contro chi ricopre il ruolo di dirigente: certo, sono troppi, dicono le Rsu, ma non li abbiamo assunto noi. Noi facciamo la nostra parte come accaduto con il guasto a Villamaina dove abbiamo lavorato 40 ore di seguito senza che nessun sindaco si interessasse dell’accaduto. Durissima la replica dell’Alto calore, soprattutto per quanto riguarda gli stipendi, l’azienda  segnala l'inquietante clima di tensione in cui si ritrova ad operare in questi giorni, dopo il voto favorevole a larghissima maggioranza ottenuto nell'Assemblea dei Soci. Pertanto Acs si riserva di intraprendere ogni utile azione a tutela del proprio operato e della immagine dell'Azienda, seriamente impegnata in questo periodo in una rigorosa azione di risanamento che incontra resistenze nelle sacche di privilegi, protezioni, strumentalizzazioni e clientelismi di ogni colore, che ormai hanno fatto il proprio tempo.

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