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Ariano, il vescovo Melillo scrive agli studenti: "Contattatemi su Twitter"

 

 

 

vescovo melillo

 

Scrive agli studenti della sua diocesi in occasione dell'imminente apertura del nuovo anno scolastico, il vescovo monsignor Sergio Melillo. Lo fa in un punta di piedi chiedendo ai tanti giovani della diocesi di Ariano Lacedonia di permettergli di rubare un attimo del loro tempo per presentarsi all’inizio di questo cammino formativo. Il vescovo nell’incipit della sua lettera non nasconde il suo entusiasmo: «È quasi un mese che sto in mezzo a voi – scrive - e sono ogni giorno più felice di starci. Veramente se fossimo sui social, per ogni giorno di queste mie prime settimane come vostro Vescovo, l’hashtag sarebbe #quiètuttofantastico». Melillo ricorda con nostalgia il tempo in cui era lui ad occupare i banchi. Ed infatti scrive:  Era – e per voi continua ad essere – il tempo di mille tensioni in conflitto tra loro: il tempo di grandi paure e di grandi progetti, in cui si è timidi e spavaldi insieme; il tempo in cui si ha coraggio da vendere, e continuo bisogno di essere incoraggiati. E sempre, dietro ad ogni pensiero che vi tiene in tensione, c’è una domanda di felicità autentica. Appunto la domanda sulla felicità è l’argomento su cui si sofferma perché ha inquietato anche lui. Allora il vescovo della diocesi di Ariano Lacedonia dice: «Un giorno potremo parlarne a tu per tu con più calma, vi anticipo già qualcosa, in confidenza. Dalla città dove sono cresciuto e dove studiavo, questa domanda mi ha portato, più o meno alla vostra età, proprio nel vostro territorio, a Valleluogo. Immerso nel verde e nel silenzio c’è un piccolo santuario: provate a rifugiarvi lì qualche volta. E poi, da lì, sempre questa domanda di felicità – che io non capivo, o forse anche negavo – mi ha portato molte volte a Lourdes, insieme agli ammalati. Da lì poi è cominciata la lunga storia che mi ha portato a diventare, oggi, vostro Vescovo». Il prelato, lanciando l’appello a non tralasciare gli impegni scolastici, invita i giovani a ricavare uno spazio per seguire quella domanda di felicità, anche se porta a percorrere strade non comprese da altri. In questo percorso annuncia il suo impegno ad essere vicino ai suoi giovani per cercare una risposta alla domanda sulla felicità anche tra chi soffre, non solo fisicamente. Per il vescovo allora ogni giovane deve provare a ritagliarsi un’ora a settimana, forse anche meglio se in gruppo, e a dedicarla a chi soffre. Melillo dice di aver trovato la risposta nel Signore Gesù, l’unica risposta di senso. Però rivolgendosi sempre ai giovani dice che l’importante è provarci, appunto perché un domani non accada dobbiate volgervi indietro e dirvi: «Chissà, forse… se avessi provato…». Ed infine il vescovo spalanca le porte della casa di Dio e dà loro la possibilità di creare un contatto sui social: Se quest’esperienza vorrete raccontarmela, non esitate! Venite! Parliamone! La porta della mia casa è sempre aperta. E se avete vergogna – è normale, non vi preoccupate – scrivetemi, o restiamo in contatto con Twitter (@sermel2014)! Il vostro Vescovo non vede l’ora di incontrarvi ad uno ad uno, e sentirvi raccontare delle domanda di felicità che vi agita il cuore. Non lasciatemi, per favore, senza la vostra compagnia».

  

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