Dalla Cisl Irpinia-Sannio riceviamo e pubblichiamo:
"La Cisl IrpiniaSannio apprende con favore della convocazione della Conferenza dei Sindaci da parte del Sindaco Foti e chiede un incontro con le parti sociali del corso nel quale verrà consegnato un documento di analisi sulla attuale situazione in cui versa il territorio irpino in merito alla sanità pubblica e privata. Nel documento verranno evidenziate le criticità che si sono registrate a seguito dei tagli lineari praticati dalla Regione Campania sia sui fondi contrattuali che aziendali nonché sulle scelte, a nostro avviso timide e insufficienti, messe in campo dal direttore generale dell’ASL Ing. Sergio Florio che stanno mettendo in ginocchio i servizi resi dalle strutture pubbliche e private. I decreti commissariali n. 49 e n. 29 che hanno rideterminato e riorganizzato le strutture sanitarie e ospedaliere in Irpinia hanno definito la chiusura dell’ospedale di Bisaccia riconvertito in SPS, minimi investimenti e potenziamenti dell’ospedale di Ariano Irpino, il mantenimento della sede ospedaliera su Sant’Angelo dei Lombari che però nei fatti non sono stati messi in campo. E’ il commento del Segretario Generale della CISL FP Doriana Buonavita. Nei fatti sono stati chiusi reparti, soppressi pronto soccorso, eliminati posti letto con il consequenziale smantellamento della rete dell’emergenza-urgenza senza che in nessuna struttura si procedesse alla vera riconversione. La ASL di Avellino ha chiuso negli ultimi due anni i bilanci con circa cinquanta milioni di euro di attivo. Un grande risultato, dal punto di vista tecnico contabile, se valutato in maniera asettica nel contesto di un settore in crisi profonda da quasi sette anni, quale è il Sistema Sanità della Campania ed Irpina. Abbiamo più volte chiesto al Direttore Florio un confronto su come rilanciare una sanità migliore proponendo 6 aree di intervento che presentano ad oggi forti criticità, senza però ricevere alcuna risposta. E’ necessario discutere sulla messa in rete dei servizi territoriali, ospedalieri, con la medicina di base per definire un protocollo sull’appropriatezza dei ricoveri e sull’abbattimento delle liste d’attesa, sulla definizione della rete dell’emergenza urgenza tra le Aziende sanitarie e ospedaliere irpine per abbattere i costi della mobilità passiva e per intercettare tutta la richiesta. Inoltre l’ integrazione del servizio pubblico con un sistema di servizi resi dalle strutture private e dal mondo delle cooperative socio-assistenziali che operano sul territorio irpino e sono impegnate prevalentemente nell’ADI, fondamentale per prevenire ed intercettare ricoveri impropri, la verifica e l’analisi dei costi di gestione e programmazione di interventi migliorativi nelle aziende che coniughi la richiesta di cura e di assistenza dei cittadini e la risposta di qualità ed efficienza offerta dall’azienda prevedendo una mirata riduzione di esternalizzazioni e convenzioni di servizi all’esterno che fanno lievitare in maniera esponenziale i costi in capo all’Azienda. Da ultimo una programmazione e calendarizzazione di interventi mirati all’attuazione del piano di riordino della rete ospedaliera, come previsto nei decreti regionali, e la convocazione di un tavolo sulla razionalizzazione della spesa, in linea con quanto sta facendo il Commissario Cottarelli a livello nazionale che ha aperto un costante confronto con le Organizzazioni sindacali . La paventata prossima uscita della Regione Campania dal commissariamento per la sanità, necessita di una urgente rivisitazione delle leggi attualmente in vigore, come quella riferita ai bilanci n. 32 del 1994, precedente all’aziendalizzazione, nettamente inadeguate a veicolare la riforma strutturale iniziata in ambito sanitario. Tale riforma legislativa dovrebbe ricomprendere il discorso delle aree vaste che, se favoriscono alcuni territori perché superano i settecentomila abitanti, penalizzano la realtà irpina e sannita impedendo possibili condizioni di sviluppo e di integrazione socio-sanitaria ospedaliera in ambito interprovinciale. Attendiamo risposte e ci conforta, seppur mestamente, apprendere che non siamo soli nel percorso di denuncia e di protesta alla luce delle recenti note da parte del comitato utenti assistenza socio-sanitaria, dei cittadini e degli amministratori irpini. La chiusura in atto da parte del Direttore Florio nell’evitare confronti con le parti sociali dimostra la presunzione di poter decidere in piena autonomia che, seppur riconosciuta parzialmente ai direttori generali, incide fortemente sulle ricadute che le scelte praticate si registrano sui servizi e sul diritto dei cittadini ad avere piena assistenza e cura, conclude il Segretario Generale CISL IrpiniaSannio Mario Melchionna."
"La Cisl IrpiniaSannio apprende con favore della convocazione della Conferenza dei Sindaci da parte del Sindaco Foti e chiede un incontro con le parti sociali del corso nel quale verrà consegnato un documento di analisi sulla attuale situazione in cui versa il territorio irpino in merito alla sanità pubblica e privata. Nel documento verranno evidenziate le criticità che si sono registrate a seguito dei tagli lineari praticati dalla Regione Campania sia sui fondi contrattuali che aziendali nonché sulle scelte, a nostro avviso timide e insufficienti, messe in campo dal direttore generale dell’ASL Ing. Sergio Florio che stanno mettendo in ginocchio i servizi resi dalle strutture pubbliche e private. I decreti commissariali n. 49 e n. 29 che hanno rideterminato e riorganizzato le strutture sanitarie e ospedaliere in Irpinia hanno definito la chiusura dell’ospedale di Bisaccia riconvertito in SPS, minimi investimenti e potenziamenti dell’ospedale di Ariano Irpino, il mantenimento della sede ospedaliera su Sant’Angelo dei Lombari che però nei fatti non sono stati messi in campo. E’ il commento del Segretario Generale della CISL FP Doriana Buonavita. Nei fatti sono stati chiusi reparti, soppressi pronto soccorso, eliminati posti letto con il consequenziale smantellamento della rete dell’emergenza-urgenza senza che in nessuna struttura si procedesse alla vera riconversione. La ASL di Avellino ha chiuso negli ultimi due anni i bilanci con circa cinquanta milioni di euro di attivo. Un grande risultato, dal punto di vista tecnico contabile, se valutato in maniera asettica nel contesto di un settore in crisi profonda da quasi sette anni, quale è il Sistema Sanità della Campania ed Irpina. Abbiamo più volte chiesto al Direttore Florio un confronto su come rilanciare una sanità migliore proponendo 6 aree di intervento che presentano ad oggi forti criticità, senza però ricevere alcuna risposta. E’ necessario discutere sulla messa in rete dei servizi territoriali, ospedalieri, con la medicina di base per definire un protocollo sull’appropriatezza dei ricoveri e sull’abbattimento delle liste d’attesa, sulla definizione della rete dell’emergenza urgenza tra le Aziende sanitarie e ospedaliere irpine per abbattere i costi della mobilità passiva e per intercettare tutta la richiesta. Inoltre l’ integrazione del servizio pubblico con un sistema di servizi resi dalle strutture private e dal mondo delle cooperative socio-assistenziali che operano sul territorio irpino e sono impegnate prevalentemente nell’ADI, fondamentale per prevenire ed intercettare ricoveri impropri, la verifica e l’analisi dei costi di gestione e programmazione di interventi migliorativi nelle aziende che coniughi la richiesta di cura e di assistenza dei cittadini e la risposta di qualità ed efficienza offerta dall’azienda prevedendo una mirata riduzione di esternalizzazioni e convenzioni di servizi all’esterno che fanno lievitare in maniera esponenziale i costi in capo all’Azienda. Da ultimo una programmazione e calendarizzazione di interventi mirati all’attuazione del piano di riordino della rete ospedaliera, come previsto nei decreti regionali, e la convocazione di un tavolo sulla razionalizzazione della spesa, in linea con quanto sta facendo il Commissario Cottarelli a livello nazionale che ha aperto un costante confronto con le Organizzazioni sindacali . La paventata prossima uscita della Regione Campania dal commissariamento per la sanità, necessita di una urgente rivisitazione delle leggi attualmente in vigore, come quella riferita ai bilanci n. 32 del 1994, precedente all’aziendalizzazione, nettamente inadeguate a veicolare la riforma strutturale iniziata in ambito sanitario. Tale riforma legislativa dovrebbe ricomprendere il discorso delle aree vaste che, se favoriscono alcuni territori perché superano i settecentomila abitanti, penalizzano la realtà irpina e sannita impedendo possibili condizioni di sviluppo e di integrazione socio-sanitaria ospedaliera in ambito interprovinciale. Attendiamo risposte e ci conforta, seppur mestamente, apprendere che non siamo soli nel percorso di denuncia e di protesta alla luce delle recenti note da parte del comitato utenti assistenza socio-sanitaria, dei cittadini e degli amministratori irpini. La chiusura in atto da parte del Direttore Florio nell’evitare confronti con le parti sociali dimostra la presunzione di poter decidere in piena autonomia che, seppur riconosciuta parzialmente ai direttori generali, incide fortemente sulle ricadute che le scelte praticate si registrano sui servizi e sul diritto dei cittadini ad avere piena assistenza e cura, conclude il Segretario Generale CISL IrpiniaSannio Mario Melchionna."
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