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Avvocati irpini in sciopero contro il taglio dei Tribunali

Tribunale

Dovrebbero essere tagliati, secondo la prima bozza di decreto elaborato dalla Commissione presieduta da Birritteri, 640 uffici di giudici di pace, 160 sedi distaccate di tribunali e 33 tribunali sub-provinciali. Ovviamente questa ipotesi di decreto è stata immediatamente contestata dagli ordini forensi, dall’OUA, dal consiglio nazionale Forense, dai partiti e singoli esponenti politici. Per questo motivo in tutta Italia gli avvocati si asterranno oggi dalle udienze penali, civili e amministrative, contabili e tributarie e a far sentire la propria voce anche gli avvocati dei due fori rpini: Ariano e Sant’Angelo, due strutture ritenute fondamentali per la tutela di un vasto territorio. Più volte è stato sottolineato che i due territori sono confinanti con realtà territoriali assolutamente pericolose in quanto legati alla malavita organizzata del napoletano e del foggiano, pertanto i due presidi garantiscono ai cittadini una maggiore tutela e volerli dismettere significherebbe lasciare una vasta area alla mercè della delinquenza organizzata. In effetti anche in termini di risparmio il taglio non porterebbe grossi vantaggi al governo; per quanto riguarda il Tribunale di Avellino, non disponendo di una struttura adeguata a ricevere un altro foro dovrà provvedere a riorganizzarsi così come per benevento per cui andrebbero via svariati euro per rendere funzionali i palazzi di giustizia. Per Maurizio De Tilla, presidente dell’organismo unitario dell’avvocatura, si assiste con questo provvedimento del governo, ad un ennesimo attacco alla giustizia pubblica. "Vengono eliminati uffici efficienti senza alcun criterio di razionalizzazione -continua in un comunicato De Tilla-, strozzando così un servizio con gravi ricadute sui tribunali più grandi con il rischio di ulteriori ingolfamenti, non solo sui cittadini, ma anche sulle imprese. Tutto ciò in un’italia che non ha ancora fatto le necessarie riforme per ridurre la durata dei processi". Ora si attende una risposta certa ma concreta da parte del ministro Paola Severino che sembra decisa a rendere definitivo il riordino della geografia giudiziaria in Italia.

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