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Carceri e minori, Petitto: intesa con i Piani di zona per strutture di accoglienza

AVELLINO- Il consigliere regionale del gruppo misto, Livio Petitto, questa mattina è stato in visita all’ICAM di Lauro, l’Istituto a custodia attenuata per madri con bambini al seguito.
Su invito del Garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, l’onorevole Petitto ha accolto la richiesta di maggiori investimenti per il benessere dei minori e il reinserimento sociale delle detenute. 
“Accolti dalla Direttrice Concetta Felaco- dice Petitto- abbiamo visitato uno spaccato di realtà carceraria particolarmente significativo dell’Istituto ristrutturato nel 2017,  ad oggi nuovo e funzionale che ospita 10 donne e i loro bambini, il più piccolo di appena sei mesi.La presenza dei bambini in tenera età che condividono la situazione penitenziaria della propria madre è senza dubbio uno degli aspetti più complessi e difficili di questa peculiare forma di gestione che deve focalizzarsi sulla prioritaria necessità di salvaguardare il loro benessere psicologico. Condivido l’appello del Garante Ciambriello a investire principalmente sulle esigenze di crescita e formazione dei minori, in un contesto che si cerca di rendere il più confortevole e con il minor impatto possibile con la realtà del carcere.Occorre, altresì, lavorare sul reinserimento sociale delle detenute per accompagnarle nel percorso detentivo e anche di fine pena, creando delle comunità di accoglienza”.
La proposta lanciata dal consigliere regionale e condivisa dal Garante Ciambirello e della Direttrice dell’Istituto Felaco, è quello di lavorare di concerto con i Piani di zona irpini, a partire dal quello del Vallo Lauro, con il Comune di Mugnano del Cardinale in qualità di capofila, che hanno dei fondi regionali dedicati che spesso non riescono nemmeno a investire.
"E’ necessario- aggiunge Petitto- attivare delle Comunità educative a dimensione familiare per le donne e i minori privi di un ambiente familiare idoneo al proprio sviluppo e alla propria crescita. La sfida è predisporre luoghi che integrino persone che vivono una realtà diversa dalla nostra, favorendo la crescita individuale e promuovendo una migliore qualità della vita una volta scontata la pena”.

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