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Cgil, Direttivo provinciale: vertenze iprine ferme al palo. Posizione dura conto Irpiniambiente

Cgil Avellino Benevento

Si è tenuto questa mattina il direttivo provinciale della CGIL di Avellino.
Il sindacato di via Manna ha analizzato l’attuale momento politico e la realtà drammatica della provincia di Avellino, con particolare attenzione alle numerose vertenze irrisolte che riguardano numerosi comparti produttivi. Il direttivo ha anche discusso della vicenda relativa alla mancata raccolta dei rifiuti in città ed in altri comuni della provincia. “Riteniamo – afferma il segretario Vincenzo Petruzziello – che i modi con cui è stata messa in atto l’agitazione da parte della società Irpiniambiente non possano essere condivisibili in quanto arrecano disagio ai cittadini e non rientrano nelle ordinarie forme di protesta e di rivendicazione dei diritti. Il diritto al salario è sacrosanto ed i comuni devono regolarmente onorare i canoni di servizio nei confronti della società e pertanto invitiamo il Prefetto di Avellino a mettere in atto le procedure affinché la società provinciale non sia costretta a vivere in costante difficoltà finanziaria, ma stabilito questo principio – aggiunge Petruzziello – non si può negare che la società non ha mostrato particolare disponibilità alla discussione del bilancio e del piano industriale, evitando d condividere con le organizzazioni sindacali, prospettive e criticità derivanti dalla gestione del servizio”. 
Il direttivo della CGIL ha sottolineato, inoltre, la necessità di rilanciare l’azione del tavolo istituzionale del Patto per lo sviluppo, alla luce della ritrovata unità sindacale, con Cisl e Uil sancita con la stesura del documento congiunto sulla rappresentanza. “Non ci sfugge che anche a livello locale, trovano riscontro le preoccupazioni della CGIL manifestate a livello nazionale – dichiara il segretario provinciale della CGIL - in maniera ancora più marcata ed evidente, considerando che la crisi ha colpito in particolar modo il Mezzogiorno e le realtà più deboli come la Campania e l’Irpinia e dove le responsabilità politica è, se mai fosse possibile, ancora più evidente, spesso caratterizzata da una vera e propria assenza delle istituzioni.
L’Irpinia ha fatto registrare un aumento vertiginoso della povertà. Sono sempre più numerose le famiglie che non riescono a far quadrare i bilanci, che non riescono ad arrivare a fine mese. La motivazione principale è nella perdita di numerosi posti di lavoro. Vi è un impoverimento progressivo non solo delle fasce deboli della popolazione, ma anche della piccola e media borghesia, che finisce per contrarre i consumi, vede diminuire il potere d’acquisto dei salari e vi è sempre una maggiore difficoltà ad intervenire con mezzi a sostegno di questa drammatica realtà. Sotto il profilo politico, il commissariamento del Comune capoluogo e dell’Ente Provincia hanno rappresentato una sciagura. Venendo a mancare una responsabilità politica, sostituita dallo svolgimento dell’ordinarietà dei commissari, è venuta meno la funzione specifica istituzionale dei due principali enti, al cospetto di una Regione Campania che non aspettava altro, per poter esacerbare la sua politica vessatoria nei confronti dell’Irpinia, con l’attuazione di tagli sempre più incisivi ai servizi. 
Non passa giorno senza che la Regione non attui un provvedimento che mira solo ad impoverire ed isolare la Provincia di Avellino senza produrre alcuna economia ed alcun beneficio in termini di taglio agli sprechi. I trasporti sono emblematici di questa strategia dell’impoverimento della giunta Caldoro, con la complicità della Provincia di Avellino. Lo sciopero del 13 maggio che osserveranno i lavoratori del trasporto pubblico irpino è solo uno delle tante mobilitazioni che saremo chiamati a sostenere unitariamente e con il massimo impegno della nostra organizzazione. 
I grandi progetti dell’Alta Velocità e dell’Alta Capacità non sono sufficienti a garantire una ripresa immediata del settore, per i lunghi tempi ad essi connaturati, ma è possibile intervenire con un piano di ristrutturazione e di costruzione di edilizia pubblica di qualità. Il commercio cittadino e non solo è ormai attraversato da una profonda crisi, sia per la contrazione dei consumi, sia per una miope gestione dei piani commerciali. Anche esperienze importanti, per le quali pochi anni fa ci siamo battuti, come l’Ipercoop, sentono il peso della crisi senza intravedere soluzioni. In questo settore, inoltre, è sempre più forte e pressante la presenza della malavita organizzata, che trova facile sbocco per attività di riciclaggio, attuando, come avviene nell’edilizia, azioni di concorrenza sleale forte di grandi capitali di provenienza illecita. Soffre il settore manifatturiero, per il quale non si intravedono segnali di ripresa, chiuso da un lato dalla concorrenza dei paesi emergenti e dall’altro da una incapacità di rinnovare l’offerta. Ed ancora le grandi vertenze ambientali, a partire dall’Isochimica, dove è in corso il percorso di riconoscimento pensionistico per gli ex lavoratori della fabbrica dei veleni, grazie anche all’impegno della CGIL, ma che occorre al più presto mettere in sicurezza procedendo alla bonifica. Sono tutte questioni aperte che occorre affrontare con determinazione, ripartendo dal tavolo istituzionale sul Patto Per lo Sviluppo, che sta risentendo del vuoto politico che si registra alla Provincia di Avellino, rimasta orfana della guida, dopo la scelta del presidente Sibilia di orientare l’attenzione verso il Senato della repubblica. Il rilancio del Patto per lo sviluppo, nei modi che lo hanno determinato, e nelle misure che ancora vanno attuate è una priorità del sindacato di cui dobbiamo farcene carico a livello unitario, attualizzando il raggio di azione e rafforzandone l’efficacia, poiché ancora non ha prodotto risultati concreti in termini di interventi reali già attuati. La prossima settimana ci sarà l’incontro per definire gli interventi per l’ammodernamento delle reti idriche in provincia di Avellino. Una misura cha abbiamo sollecitato e che riteniamo debba essere attuata in tempi brevissimi. Ancora non si vede alcun effetto dell’approvazione del piano per la Banda Ultra Larga per la Provincia di Avellino, nonostante che nelle ultime settimane la CGIL abbia anche denunciato la presenza di un’autostrada telematica costituita da fibre ottiche già installate, ma non funzionati per mancata manutenzione, lungo tutta la linea dell’Avellino-Rocchetta, che potrebbe essere ripristinata e collegata al progetto della Banda Larga. In conclusione, ricordiamo anche la necessità quanto mai stringente, di riprendere il discorso sull’Irisbus, recuperando il rapporto con il Governo, riproponendo l’attuazione di un piano trasporti con Stato e Regioni, per determinare le condizioni di ripresa dello stabilimento di Flumeri, così come occorre rivedere il piano industriale per la Provincia di Avellino, puntando sull’innovazione e sulla ricerca.

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