Trombe, fischietti e cori, non per festeggiare il Carnevale, ma per difendere il posto di lavoro. In circa 200 questa mattina hanno rumorosamente presidiato la Prefettura. Sono i dipendenti di Calcestruzzi Irpini, azienda di proprietà dell'ex presidente di Confindustria Avellino, Silvio Sarno.
Ma i lavoratori non sono in piazza per protestare contro l'imprenditore, bensì contro una sentenza del Tar che ha messo i sigilli alla ditta: posizione monopolistica nell'attività estrattiva (che però scatterebbe solo a partire dal 2018) e mancato rispetto di un vincolo boschivo, questa la motivazione della sentenza arrivata dopo il ricorso presentato da ditte che operano nello stesso settore. La vicenda ha il sapore del pasticcio burocratico consumato negli uffici della Regione. Per quanto riguarda la presunta posizione monopolistica, determinata dalle quote estrattive assegnate, ci sarebbe stato il tempo, fino al 2018, di rivederla; sul vincolo boschivo, invece, la responsabilità sarebbe della Regione, che in conferenza dei Servizi non ha convocato la Soprintedenza, che quindi non si è espressa.
Al vertice in prefettura, presenti sindacati, avvocati, azienda e Genio Civile, incaricato di vigilare sull'applicazione della sentenza. La strada è in salità, l'unica via d'uscita è chiedere la sopensione della sentenza e preparare il ricorso al Consiglio di Stato. Nel frattempo i sindacati valutano l'ipotesi di ricorrere agli ammortizzatori sociali.
Commenta l'articolo