Scoppia la bagarre ed è rottura netta fra i sindaci del Consorzio Sociale Ambito A1. Lo scontro si consuma sul bilancio già approvato e nessun punto all’ordine del giorno viene discusso. Né l’argomento più burocratico dell’elezione del nuovo presidente dell’assemblea, né la salvaguardia degli equilibri economici tantomeno la questione riguardante i servizi erogati e al personale. La questione bilancio si complica: sembra che sia passato ai voti senza però la supervisione del ragioniere consortile, fra l’altro dimessosi qualche giorno prima della riunione scorsa. Il dato è stato evidenziato dal sindaco di Ariano il quale ha proposto il rinvio dell’assemblea. In effetti, si percepiva nell’aria la volontà di far andar deserta l’assemblea non iniziando proprio la discussione. Ciò nonostante, dopo un’abbondante ora di ritardo, gli amministratori hanno preso posto, ma subito è stato evidenziato un problema di legittimità dalla minoranza. Come già annunciato a Canale 58, si è sostenuto che l’ultima assemblea non è valida poiché l’ex presidente, Carlo Pizzillo, avrebbe rassegnato le dimissioni all’inizio della seduta. Pertanto, i sindaci guidati da Vincenzo Sirignano e Carmine Famiglietti preso atto della decisione di Pizzillo abbandonarono la seduta. A loro avviso, era venuto meno il numero legale e quindi non in regola l’approvazione del bilancio. Questioni di procedura che nella sostanza sono tese a evidenziare il loro totale dissenso nei confronti dell’attuale gestione consortile. Ancora una volta, questi amministratori chiedono la rimozione del direttore generale Giuseppe Pippo e del Cda. C’è di più: prima di render pubblica la loro posizione, il primo cittadino di Mirabella Eclano fa sapere le nuove linee guida regionali in materia emesse attraverso una delibera che però non sarebbe stata inoltrata ai sindaci dell’Ambito. Scatta un’altra accusa contro la dirigenza, e poi l’annuncio della decisione dei comuni di Castel Baronia, Sturno, San Sossio Baronia, Flumeri, Luogosano, Sant’Angelo all’Esca, Gesualdo, Trevico e Mirabella, per l’appunto. Se entro 15 giorni non si azzereranno le figure del consiglio di amministrazione e della dirigenza si provvederà entro il 30 giugno 2013 a comunicare il proprio recesso a questo consorzio a valersi dal primo gennaio 2014 per disporre di nuovi servizi sociali organizzati diversamente, su base comunale. A fronte di questo conflitto affiora con maggior chiarezza un aspetto che già avevamo evidenziato: sono solo 5 i comuni che versano regolarmente le quote, e sembrerebbe che i debiti di alcuni paesi si trascinino da oltre una decina di anni. Il Consorzio vanta un credito di un milione e centocinquanta mila euro che si sarebbe accumulato solo in anno e mezzo.
Commenta l'articolo