Che la tensione fosse alta lo si era già percepito nel corso delle varie assemblee sindacali. Ma ora la vertenza Elital va assumendo toni sempre più esasperati. Una esasperazione che nasce da stipendi che non vengono corrisposti e dall’ombre che si addensano sul futuro di oltre cento lavoratori. Così cinque donne sono salite sul tetto della fabbrica di Pianodardine, intenzionate a scendere solo dopo un incontro con la proprietà, l’imprenditore Massimo Pugliese. La rabbia è scaturita dall’ennesima promessa tradita, quella di saldare i mesi di giugno e luglio. Le cinque donne sono scese dal tetto grazie all’impegno di Chiara Maffei, esponente della segreteria provinciale del Pd, che ha fatto pressing sulla Regione per ottenere un incontro, che potrebbe tenersi il 28 ottobre prossimo, e ha confermato la disponibilità del Ministero per lo Sviluppo Economico ad aprire un tavolo.
Abbandonato il tetto, lavoratori e lavoratrici si sono riuniti in assemblea permanente, pronti a trascorrere la notte e il fine settimana nello stabilimento. Pugliese assicura che vuole continuare nella produzione di moduli fotovoltaici, ribadendo che è allo studio un via d’uscita dalla crisi. Ma i lavoratori, come più volte ribadito anche dal sindacato, non si fidano più. Troppe volte gli accordi non sono stati rispettati, troppi gli impegni non mantenuti. Per loro due le alternative: o la chiusura, o la vendita.
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