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Emotrasfusione, La Vita consegna documentazione alla D'Amelio. Associazioni in campo

ospedale Ariano

Il comune di Ariano ha affidato all’ufficio legale la pratica riguardante il caso dell’emotrasfusione e il suo depotenziamento per effetto del decreto regionale n42 che  prevede che l’ospedale Frangipane di Ariano diventi solo centro di raccolta di sacche di sangue in quanto non riesce a raggiungere 3500 sacche l’anno. I tempi per ricorre al TAR sono ristretti tanto che  da più parti è salito il grido d’allarme di cittadini e politici soprattutto da parte di Antonio Ninfadoro e del consigliere del PD Giovanni La Vita dopo un incontro con il presidente del CONSIGLIO REGIONALE, ROSETTA D’AMELIO presso la sede provinciale del PD. Giovanni la Vita ha consegnato alla D’AMELIO, tutta la documentazione che evidenzia ogni passaggio effettuato in passato dalla REGIONE perché l’ospedale arianese potesse contare sull’esistenza del centro trasfusionale e soprattutto perché ci sarebbero tutte le condizioni per la sua sopravvivenza per una raccolta di sacche che vanno a soddisfare la  richiesta avanzata dalla REGIONE e anche perché molti nosocomi come il MOSCATI E IL RUMMO fanno capo ad ARIANO. Per tutte queste ragioni e soprattutto per il ritardo del comune nell’affrontare la questione da un punto di vista legale, sono scese in campo tutte le associazioni presenti sul territorio, ma soprattutto la DOVOS ha minacciato di consegnare ad altri ospedali il plasma se non si interviene con tempestività per scongiurare uno scempio deleterio per tutto il territorio arianese e per tutto il circondario che fa capo all’ospedale arianese. L’amministrazione comunale ha dato dunque mandato all’ufficio legale dell’ente di impugnare il decreto dirigenziale n96 del 2015 emesso dall’UFFICIO DI TUTELA SALUTE PUBBLICA DELLA REGIONE CAMPANIA e la D’AMELIO ha riferito di avere avuto già un colloquio con il dirigente VASCO ma nello stesso tempo ha chiarito che bisogna relazionarsi  immediatamente con il nuovo commissario nominato dal GOVERNO RENZI che dovrà rivalutare la questione attraverso i requisiti che sono già stati valutati dal predecessore, ma sicuramente l’impegno della politica locale e dei rappresentanti del nostro territorio a livello nazionale, deve essere assoluto.

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