Lo scontro è servito. Il Consiglio di amministrazione del Teatro Carlo Gesualdo parte lancia in resta contro l'amministrazione e la macchina burocratica del comune, colpevoli del pasticcio che ha portato al taglio di settantamila euro sui 300 mila destinati alle casse del massimo cittadino. Fondi che, come il presidente Cirpriano dimostra carte alla mano, erano stati garantiti da Giunta, sindaco e dirigenti, ma che poi, terminato l'anno finanziario 2015, non sono stati appostati. Le casse del Teatro si trovano così con un buco di 70mila euro. I soldi, infatti, erano già stati impegnati sulla programmazione del 2016. 

70 mila euro che avranno come conseguenza la chiusura dei laboratori e lo stop alle trattative per portare ad Avellino importanti artisti come Arbore, Sparagna, Capossela e Mario Biondi. Il problema non è solo ragionieristico. Cipriano denuncia un clima ostile nei confronti del Teatro che passa attraverso la querelle sulla manutenzione, fino a quella sui custodi e la guardiania. Il sospetto, ma Cipriano si mantiene cauto e non lo dice, è che qualcuno voglia mettere il bastone tra le ruote del giovane presidente, di fede democratica, così da fermarne l'eventuale ascesa politica.

Cipriano non si spiega quanto accaduto, né si sbilancia in commenti, ma chiede al sindaco di chiarire e s'impegna ad evitare di trascinare il Teatro in una diatriba politica. Proposito tradito dai fatti, visto che in sala stampa c'erano più consiglieri comunali ed ex assessori che giornalisti.