Fare chiarezza sulla propria posizione, questo era l’obiettivo e così e stato. Livio Petitto, presidente del Consiglio Comunale, convoca la stampa a due giorni dal terremoto giudiziario che ha coinvolto il comune di Avellino. L’inchiesta riguarda presunti favori circa l’assegnazione delle aree di sosta a cooperative sociali senza passare per il bando, ma affidando il servizio direttamente con una serie di proroghe che vanno avanti da anni. Al momento gli indagati sono 9. Tra loro ci sono il manager della municipalizzata Acs, dipendenti della società e titolari di due cooperative di tipo b, che si occupano cioè del reinserimento sociale. E c’è anche Livio Petitto, di mestiere poliziotto, che prima di tutto ci tiene a precisare che peculato e corruzione non gli sono mai stati contestati.
Petitto ricorda di quando da assessore alla mobilità - periodo al quale risalgono i fatti contestati -chiese alle cooperative morose di pagare, pena lo sgombero, che poi puntualmente avvenne. Episodi ricordati per sgombrare il campo dal sospetto di accondiscendenza nel confronti delle cooperative. Non solo, Petitto sottolinea che questo metodo di assegnazione delle aree di sosta nasce nel lontano 97, quando sindaco era Di Nunno
Infine, la stoccata al Pd, che sulla vicenda non si è pronunciato, né ha espresso alcuna solidarietà.
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