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Ingroia a Venticano: al Procuratore l'appello degli operai Irisbus/Video

Dal Guatemala sarò più libero di dire tante cose sulla Trattativa Stato-Mafia, che ora non posso dire.” Antonio Ingroia, ospite ieri a Venticano, si prepara  ad affrontare una nuova battaglia. Smetterà per un anno le vesti di PM, per andare a dirigere nello Stato dell’ America Centrale, un'unità di investigazione per la lotta al narcotraffico su incarico dell'ONU. Il magistrato, formatosi nel pool di Falcone e Borsellino, è da sempre impegnato nei processi riguardanti i connubi tra il sistema mafia ed il sistema politico-economico. 
A Venticano, ha presentato il suo ultimo libro "Palermo. Gli splendori e le miserie, l'eroismo e la viltà". Ad accoglierlo nella sala consiliare del Comune, c’erano cittadini, amministratori, ma anche gli operai della Resistenza Operaia Irisbus. L’incontro è stato organizzato dalla testata 'La nostra voce'.
Al tempo della terza primavera dell’antimafia, come l’ha definita il Procuratore, bisogna portare alla luce, questioni da troppo tempo rimaste nell’ombra: “Abbiamo prima superato lo scalino dell’impunità della mafia, poi quello dei colletti bianchi. Adesso è il tempo di superare quello delle verità nascoste sui misteri del nostro Paese.” 
Per Ingroia, la mafia non è l’antitesi dello Stato. Non  funge da anti-stato, perché è dentro di esso. Va pensata al contrario, come un meta-sistema, come una sorta di collante sociale. Si infiltra, si insinua, condizionando le decisioni volte al bene del Paese. 
Alla base, una sbagliata politica di contenimento, invece che di annientamento
Ma arriveranno nuove primavere, generatrici di un’etica, che superando connivenze e compromessi, possa giungere alla verità. Quella verità che non transige, figlia della democrazia, in nome della quale Ingroia si batte quotidianamente. 
Ingroia sa di combattere supportato da gran parte dei cittadini, dalla stesse gente che faceva il “tifo” per Falcone. Anche a Venticano, il Procuratore non si è sentito solo. Gli operai della Resistenza Operaia Irisbus, attraverso una lettera, hanno fatto sentire tutta la loro vicinanza ad uomo, che come loro, lotta ogni giorno in difesa dei propri diritti: “Noi stasera vogliamo dirle che lei non è solo, vogliamo dirle che c’è anche un’altra Italia, che non ha a disposizione tribune politiche, talk show, mass media, è l’Italia che ogni mattina si sveglia cercando di resistere”. I lavoratori, sostengono che la questione relativa alla Irisbus, si inserisca perfettamente nel contesto delle connivenze, dei silenzi, dell’illegalità. La richiesta rivolta al magistrato, è di tentare di scoprire gli accordi esistenti tra le società di gestione dei trasporti, istituzioni e centri revisione, per bloccare così la circolazione degli autobus pericolosi e non a norma. “Dimostreremo anche che di autobus c’è un immediato bisogno - si legge alla fine della nota -  e forse così riusciremo a salvare anche la nostra fabbrica e il lavoro in questa pericolosa terra di confine”.
 

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