Irpiniambiente, la società provinciale che gestisce la raccolta dei rifiuti, costretta a riassumere 8 lavoratori, sette di Savignano e uno di Ariano, che avevano prestato servizio fino ad agosto 2010 per l’Ecosistema Av2, prima dello scioglimento. A stabilirlo è stato il giudice del lavoro del Tribunale di Ariano Irpino, dottoressa Mariella Ianniciello, con una serie di sentenze che si sono susseguite a partire dal gennaio di quest’anno.
La vicenda risale al 2008, quando a cavallo tra agosto e settembre veniva aperta la discarica di Pustarza a Savignano Irpino. Per far fronte all’emergenza l’allora Ecosistema Spa ingaggiò numerosi dipendenti con rapporti di lavoro a termine della durata di 3-4 mesi. In totale gli operai assunti furono 15. Ognuno di questi dipendenti ha lavorato a singhiozzo nell’arco di due anni, fino ad agosto del 2010. Otto di loro, prima di rivolgersi all’avvocato Giovanni Pratola, sono andati a bussare anche presso le stanze di un sindacato del Tricolle, ma senza alcun esito. Come è noto, oggi l’Ecosistema non esiste più per via dello scioglimento del consorzio e della nascita di Irpiniambiente, che ha inglobato però solo i rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
Siamo nel gennaio del 2011. A questo punto i dipendenti a tempo determinato, già senza lavoro da mesi, si rivolgono all’avvocato per presentare ricorso chiamando in giudizio Irpiniambiente per denunciare l’irregolarità di un rapporto peraltro mai sottoscritto. In sintesi, Ecosistema utilizzava questi lavoratori quando riteneva opportuno in base alle esigenze della società. Nessun contratto a tempo determinato è stato mai formalmente sottoscritto. Quindi mancavano i requisiti previsti dalla legge: il termine temporale, nonché le ragioni che giustificassero tale termine. In sostanza, vista l’irregolarità del rapporto di lavoro a termine, il giudice ha ritenuto che quei rapporti fossero da considerare a tempo indeterminato condannando Irpiniambiente, che ha preso il posto di Ecosistema, non solo a riprendere in forza i lavoratori, ma anche a pagare spettanze e contributi dal 2008 fino ad oggi. La querelle alla fine si è risolta con la conciliazione tra società e lavoratori e con la riassunzione di quest’ultimi presso la sede di Flumeri con le stesse mansioni. In questo modo i dipendenti hanno ottenuto il posto, rinunciando, però, al risarcimento che pure il giudice aveva stabilito.
Soddisfatto dell’esito l’avvocato Pratola: “Dove la politica e il sindacato hanno fallito, la giustizia ha funzionato. Soprattutto merito del Giudice del Lavoro del Tribunale di Ariano, dottoressa Mariella Ianniciello, la quale in tempi strettissimi (un solo anno) ha istruito e deciso ben 5 cause. Peccato che un governo sordo e cieco non apprezzi questi risultati, che in altri tribunali sono un miraggio, tanto da proclamare la chiusura del tribunale Arianese.”
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