Si abbatte una nuova scure sul Moscati che dovrà ridurre i posti letto, accorpare i reparti, eliminare le prestazioni ambulatoriali e ridurre gli interventi chirurgici, assicurando solo urgenza ed emergenza. L’amarezza del direttore generale che sottolinea come il nosocomio un tempo fiore all’occhiello del Mezzogiorno e con rilevanza a livello nazionale sta diventando un ospedale di basso livello nonostante la presenza di medici di alto spessore. Saranno sacrificati molte eccellenze come Chirurgia e Ginecologia Oncologiche, oncologia ed oculistica e tante altre efficienti prestazioni saranno ridimensionate e sacrificate grazie all’entrata in vigore della norma europea che prevede un massimo di 48 ore lavorative settimanali per dipendente ospedaliero, con 11 ore obbligatorie di riposo ogni 24. Ovviamente il Moscati già fortemente ridimensionato nell’organico per il blocco delle assunzioni che dal 2007 ha prodotto 300 dipendenti in meno tra medici, tecnici ed infermieri, continuerà a vedersi ridotto nei servizi nonostante i grandi sacrifici attuati da tutto il personale medico e paramedico con doppi turni pur garantendo all’utenza ogni esigenza. Ed infatti i più danneggiati saranno proprio i cittadini che si rivolgeranno all’azienda ospedaliera avellinese, i cui tempi di attesa si allungheranno sempre più grazie a questa normativa che se pur giusta nel contenuto diventerà gravosa per l’ospedale Moscati ridotto all’osso anche perché nel momento in cui si avrà bisogno dei tecnici in radiologia per Tac e quant’altro si rischia di non trovare nessuno. Insomma l’ospedale avellinese sembra non trovare la strada per risalire e per potenziarsi nonostante le eccellenze professionali a tiratura nazionale e la qualità nei servizi offerti ai cittadini provenienti da ogni parte. Pertanto Rosato chiede sia alla Regione di intervenire con immediatezza sbloccando il turn over cioè 60 dipendenti e sia al Governo che dovrà concedere una proroga alla norma europea nella legge di stabilità.