“Nonostante la recente deliberazione del Consiglio regionale, l’area dell’ex Isochimica manca del requisito fondamentale per avere la caratteristica di sito di interesse nazionale: la proprietà dell’area non è pubblica.” Lo afferma il consigliere regionale del Gruppo federato Caldoro, Sergio Nappi.
“Il decreto legislativo 152 del 2006 – spiega Nappi - prescrive che, per poter essere inserite nell’elenco dei cosiddetti SIN, le aree interessare debbano appartenere allo Stato. In mancanza di tale requisito il Ministero dell’Ambiente non può procedere – come prevede la legge - alla valutazione delle caratteristiche del sito, alla quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto sull'ambiente circostante in termini sanitari e ecologici; è evidente che, permanendo questa condizione, non si arriverà mai all’attribuzione all’area ex Isochimica della qualifica di Sito di interesse nazionale.”
“La sentenza del Consiglio di Stato che attribuisce la proprietà dell’area all’Asi – prosegue il Consigliere regionale – non risolve il problema: il Consorzio per l’Area di Sviluppo industriale è, infatti, un Ente pubblico economico, caratteristica questa che non basta ad attribuire la qualità di proprietà pubblica alle aree in suo possesso. Pertanto, - dice ancora Nappi - la recente deliberazione del Consiglio regionale, che avrebbe accertato la pubblicità della proprietà dell’area, rischia di essere del tutto ininfluente ai fini del suo inserimento nell’elenco dei Siti di interesse nazionale.”
“E’ evidente – chiude Nappi – che il Consiglio regionale e l’Assessorato all’ambiente debbano occuparsi nuovamente dell’area Isochimica per trovare una soluzione ai problemi fin qui emersi che di fatto impediscono l’avvio delle procedure di bonifica.”
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