Il Comitato “No Trivellazioni Petrolifere” fa sentire ancora una volta la sua voce, questa volta attraverso un significativo spot. L’Irpinia potrebbe a breve diventare territorio da perforare, per ricavarne oro nero.
La società “Italmin exporation” richiese nel 2002 di verificare se ci fossero le condizioni per la ricerca di idrocarburi nel territorio. Alla società è stato accordato, dopo circa otto anni, il permesso di ricerca denominato “ Nusco”, della durata di sei anni. L’area interessata (698,50 kmq) comprende i comuni di Nusco, Paternopoli, Sant’Angelo all’Esca, Caposele, Montemarano Bagnoli Irpino, San Sossio Baronia, Fontanarosa, Sturno, Gesualdo, Grottaminarda, Bonito, Flumeri, Castel Baronia, Torella dei Lombardi, Frigento, Vallata, Mirabella Eclano, Cassano Irpino, Guardia de’ Lombardi, Morra De Sanctis, Taurasi, Villamaina, Carife, San Mango sul Calore, Lioni, Venticano, Sant’Angelo dei Lombardi ed Apice. Per la realizzazione della postazione “Gesualdo 1”, si sfrutterà un piazzale già utilizzato negli anni ’90.
Nessun profitto deriverebbe da tale progetto, secondo il Comitato No Trivellazioni, ma solo enormi rischi. Tra questi, come spiegato nel trailer, l’immediato e incontrollabile inquinamento delle falde acquifere. Il petrolio dunque contro una delle risorse essenziali per l'uomo: l'acqua. Secondo geologi, scienziati e fisici, sarebbe una vera e propria “follia” sottoporre a trivellazioni uno dei territori italiani con il maggior rischio sismico. L’intera Hirpinia, che conserva nel nome l’idea della lotta, del potere, dell’energia, è invitata ad unirsi a una battaglia in suo nome e nel nome di tutte le comunità che la abitano.
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