Resta alta a Solofra l’emergenza tetracloroetilene. La presenza del solvente portò, qualche settimana fa, al divieto di utilizzo dell’acqua potabile in tutta la città. Successivamente l’attenzione si è spostata sui pozzi ad uso industriale. Anche qui è stato rilevato il tetracloroetilene e una ventina sono stati chiusi. Il provvedimento del sindaco mette a rischio la produzione delle imprese della concia ed è avversato dagli imprenditori del settore che stamattina si sono riuniti in una conferenza stampa per fare il punto e lanciare un appello al prefetto affinché convochi una unità di crisi con tutte le parti in causa per arrivare ad una soluzione che tenga insieme la tutela dell’ambiente e le necessità della produzione.
Gli imprenditori sottolineano che il solvente non viene usato nelle concerie da circa 20 anni.
Per gli industriali, in ogni caso, la presenza di tetracloroetilene se è pericolosa per l’acqua destinata ad usi civili, non lo è, invece, per quella destinata ad usi industriali, né per il lavoratore, né per l’utilizzatore finale del prodotto. Anche perché c’è il filtro dei depuratori. A sostegno di questa tesi ci sono una serie di studi scientifici. Nella chiusura dei pozzi gli imprenditori intravedono il rischio di una paralisi dell’attività del settore che metterebbe in ginocchio l’economia di Solofra e si dicono, perciò, pronti al confronto.
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