"Non si può assolutamente essere favorevoli all’accorpamento delle province così come inteso dal governo, snaturando un territorio che di fatto ha una propria tradizione storico-culturale e patrimoniale come l’Irpinia e il Sannio''. Da una parte il sindaco e il presidente della provincia avellinese, Giuseppe Galasso e Cosimo Sibilia che nell’ambito di un faccia a faccia con Caldoro hanno ribadito il proprio no e dall’altra parte il Sannio che non intende chinare il capo e accettare sic et simpliciter lo snaturamento e la cancellazione del popolo sannita che di tracce di storia ne hanno lasciate tante. Irpinia e Sannio uniti a non perdere la loro identità e ad andare avanti con il ricorso alla Corte Costituzionale. Un decreto ritenuto dannoso ed inutile e il monito arriva dal presidente provinciale Sibilia il quale sostiene che bisogna lottare affinché si recuperi il ruolo di ente di primo livello, altrimenti le Province saranno ridotte ad un consorzio con le figure apicali che non saranno più scelte dai cittadini. Per Galasso l’assurdità del decreto sta nel fatto di voler accorpare due aree estese con una gestione di 200 comuni che creerebbe una difficoltà enorme. Bisogna rispettare le autonomie locali e le loro esigenze pertanto l’Unione delle province chiede un serio processo di concertazione con i territori coinvolti, superando ogni arroccamento mettendo in primo piano il tema principale delle allocazioni delle funzioni amministrative. Da Ariano viene lanciata la proposta di organizzare un grande convegno a settembre con le due province cercando di fare fronte comune su una soluzione che potrebbe essere individuata nell’accorpamento con il Molise che rischia di essere completamente cancellato, a sostenerlo è Pasqualino Santoro. Intanto la riunione di ieri è servita a raccogliere le idee per capire che strategia adottare per il riassetto territoriale degli enti intermedi anche perché tra 60 giorni dalla pubblicazione del decreto la Regione deve riferire al Governo la proposta di riordino.
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