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Riordino Province, l'Irpinia si mobilita. Domani corteo ad Avellino

Palazzo Caracciolo

Tiene banco in Irpinia il malcontento verso il decreto del governo che riordina le Province. Com’è noto, in base alla nuova legge, Irpinia e Sannio verranno accorpate e il capoluogo, per via della norma che assegna lo status alla città con più abitanti, dovrebbe andare a Benevento. Le voci contro il provvedimento dell’esecutivo si moltiplicano. Anche il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro è sceso in campo definendo inutile accorpamento e sostenendo che le Province andrebbero abolite tutte. Nel frattempo l’Irpinia non sta a guardare. La mobilitazione è su tutti i fronti. Su quello giuridico domani la Corte Costituzionale discuterà del ricorso presentato da Palazzo Caracciolo. Mentre si resta in attesa che venga esaminato anche quello depositato presso il Tar del Lazio. Dal punto di vista politico il presidente Sibilia sta cercando un’intesa bipartisan con i parlamentari irpini affinché facciano squadra nel convincere il governo a modificare il provvedimento in sede di conversione. Non solo, Sibilia, affiancato dal vicecoordinatore provinciale del Popolo della Libertà, Generoso Cusano, chiederà a tutti i parlamentari del partito campano di fare fronte comune nella battaglia per salvare l’amministrazione provinciale come ente di primo livello e Avellino Capoluogo. Il terzo fronte di mobilitazione è la piazza. Una piazza al momento virtuale, convocata via Facebook, che domani si ritroverà per le strade di Avellino. Il corteo partirà alle 9.30 da via Pescatori e arriverà sotto la sede dell’amministrazione provinciale. La manifestazione è indetta dal comitato spontaneo Avellino capoluogo che on line ha raggiunto circa 15mila adesioni.
Sulla vicenda interviene anche la Cgil
La Cgil di Avellino sottolinea l’estrema contraddizione derivante dalla scelta del Governo di revocare ad Avellino lo status di capoluogo di provincia.
Per la CGIL di Avellino, tale scelta, soprattutto dopo la decisione di salvare l’Irpinia con l’accorpamento al Sannio, riconoscendo la permanenza della Provincia, rappresenta un aberrazione geografica, istituzionale ed un controsenso logico
“Pur avendo apprezzato i principi ed i motivi alla base dell’accorpamento delle due Province, che guardano ad una razionalizzazione della spesa, ad uno snellimento delle funzioni, nell’ottica di sempre migliori e più efficienti servizi al cittadino, ed avendo rifiutato stupide contrapposizioni di campanile tra Sannio ed Irpinia – dice Vincenzo Petruzziello, segretario provinciale della CGIL di Avellino – non è immaginabile che per bilanciare il peso istituzionale di tra Avellino e Benevento, si decida di revocare lo status di capoluogo, anche perché in tal caso la decisione segue un principio puramente matematico. E’ pur vero – aggiunge Petruzziello – che con questo assetto, vengono messe a nudo, ancora una volta, le responsabilità politiche della regione Campania, che nel corso dei mesi non ha assunto alcuna decisione, subendo le scelte del Governo, senza procedere ad un riassetto territoriale che avesse potuto salvaguardare le identità della Campania. Oggi, la Regione, decide di chiedere semplicemente una proroga, senza comunque offrire alcuna soluzione e contributi al ragionamento. Adesso - conclude Petruzziello – è necessario sostenere l’azione legale per difendere l’identità di capoluogo di Avellino ed allo stesso tempo recuperare lo slancio e la dovuta attenzione da parte dei rappresentanti politici irpini, anche loro, non particolarmente pronti all’atto dell’emissione del decreto che già a luglio scorso aveva stabilito i criteri per i quali il comune di Avellino avrebbe perso lo status di capoluogo di provincia”.
La CGIL, nel partecipare domani, martedì 6 novembre 2012, alla manifestazione popolare per la difesa di Avellino capoluogo, sottolinea la necessità di rendere organico e costante il movimento spontaneo che oggi si schiera a difesa della identità del capoluogo, anche per le altre questioni di attualità che interessano l’Irpinia, sulle problematiche dello sviluppo, della ripresa economica e dell’occupazione.

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