Non è certamente una novità scoprire che la sanità irpina è in affanno per le lunghe liste d’attesa, soprattutto per i trattamenti riabilitativi. A scendere in campo per gridare contro questo ennesimo sopruso è il tribunale per i diritti del malato insieme a cittadinanza attiva. Le persone gravemente ammalate e affette da patologie che richiedono interventi urgenti, non possono essere messe in attesa per circa 2 anni, ma neanche per un anno. Ed è per questo che il Presidente del Tribunale per i diritti del malato, Carlo Caramelli, intende portare avanti un’indagine conoscitiva sulle liste d’attesa e sulle relative problematiche. Pertanto lo stesso ha fatto richiesta del rilascio di una certificazione analitica sulla tempistica delle liste d’attesa per le strutture pubbliche e per i centri provvisoriamente accreditati. Caramelli ha infatti inviato un’istanza alla Corte dei conti di Roma e di Napoli proprio per vederci maggiormente chiaro su una situazione che va sempre più degenerando; inoltre bisogna attuare dei controlli e delle sanzioni in base alla legge 255 del 2005 dalla finanziaria del 2006. Ma bisogna anche andare oltre e capire cosa serve davvero, perché la situazione possa sbloccarsi definitivamente a vantaggio dei cittadini, soprattutto per quelli che hanno bisogno di un assistenza maggiore. Sarebbe opportuno munire i cittadini di un questionario affinché possano esternare tutte le difficoltà incontrate nelle prenotazioni delle visite e nell’attesa per effettuarla. Insomma un’indagine parallela a quella che dovrà essere portata avanti dagli organi competenti, per cercare di capire dove realmente c’è una situazione sanzionabile. L’auspicio è che vengano applicati dei sistemi che facilitino la comunicazione tra cittadino e struttura sanitaria attraverso la trasparenza di criteri e le modalità di immissione in una lista di attesa.
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