"La FP CGIL esprime, ancora una volta, forte preoccupazione per il costante aumento delle aggressioni subite dal personale di Polizia Penitenziaria negli ultimi anni e per l’assenza di risposte idonee a contrastare il fenomeno da parte dell’amministrazione penitenziaria, al punto che in molti istituti, in ultimo quello di Ariano Irpino, le aggressioni si ripetono nel giro di poco tempo. Non si può tollerare che tale fenomeno venga sottovalutato, come non è più tollerabile l’assordante silenzio dell’amministrazione che tende a nascondere la realtà dei fatti. - Lo scrive il coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria Massimiliano Prestini-. La realtà è che l’amministrazione penitenziaria non sa cosa fare e si limita a spostare i detenuti, che si rendono colpevoli di aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, da un istituto ad un altro, scaricando tutte le responsabilità sul personale che, con gli organici ridotti e senza le risorse adeguate, deve fronteggiare la situazione e sopperire alle lacune del DAP. Ancor più preoccupante - continua Prestini - è constatare che neanche le poche e insufficienti disposizioni date dal DAP sulla questione vengono poi rispettate. A tal proposito è sotto gli occhi di tutti che quanto disposto dall’amministrazione centrale sui circuiti penitenziari non è stato applicato, come nulla è stato fatto su quanto disciplinato con la circolare GDAP- 0186697-2015, del 26 maggio 2015, dove si chiedeva ai Provveditori di individuare alcune Sezioni, appositamente dedicate, ove allocare quei detenuti non ancora pronti al regime aperto ovvero che si siano dimostrati incompatibili con lo stesso, al fine di salvaguardare detto regime da attività negative di prevaricazione e violenza. Per quanto sopra esposto la FP CGIL Le chiede di prendere atto della gravità defenomeno, di avviare un’indagine conoscitiva sulle reali dimensioni dello stesso e di prendere immediati provvedimenti atti a superare le gravi criticità riscontrate, intervenendo inoltre su quei dirigenti che non intendono rispettare le disposizioni impartite".
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