Confermato lo sciopero del 22 marzo prossimo per l’intera giornata, garantendo solo alcune corse importanti per evitare di creare disagi alla cittadinanza, soprattutto a quella proveniente dalle periferie e agli studenti. E’ quanto deciso dai dipendenti dell’Amu e dai sindacalisti per protestare contro l’indifferenza totale dell’amministrazione comunale e dei vertici dell’azienda mobilità ufitana. I dipendenti hanno invitato a partecipare all’incontro, svoltosi nel fine settimana, tutti i consiglieri comunali per evidenziare loro le difficoltà che stanno vivendo, e per elencare una serie di iniziative che saranno adottate, se non si riesce a venire a capo di questa spinosa questione che può mettere in serio pericolo la sopravvivenza di un servizio indispensabile per la città. Più volte è stato sollecitato il cda a trovare soluzioni immediate per evitare il tracollo definitivo. E’ stato chiesto un piano di rilancio industriale che vada a garantire ai dipendenti un minimo di servizi da gestire, come ad esempio l’affidamento dei parcheggi a raso e coperti. Ad oggi il piano giace in qualche cassetto e i rappresentanti sindacali unitamente ai dipendenti, rivolgono un invito al sindaco, come socio unico dell’azienda e ai rappresentanti del consiglio d’amministrazione dell’Amu, a mettere in pratica i proclami fatti già da qualche mese su una ristrutturazione dell’azienda trasporti e sul piano di rilancio industriale. I consiglieri, presenti all’incontro hanno ribadito il loro impegno ad essere vicini alle esigenze dei dipendenti e già nei giorni scorsi hanno chiesto al consiglio comunale di affrontare la discussione riguardante il piano di deficit economico in cui versa l’azienda, i livelli occupazionali e soprattutto il destino che dovrà avere la struttura di Fiumarelle. Infatti ancora non si riesce a trasferire in maniera definitiva una sede amministrativa dell’Amu e un piano serio di rilancio che risollevi il trasporto pubblico locale, che rischia per sempre di scomparire. Ma per ottenere dei risultati positivi bisogna azzerare l’attuale Cda e riproporre un nuovo Statuto oltre ad aprire un confronto con la Provincia.
Commenta l'articolo