Era stata preannunciata circa un mese fa l’agitazione dei dipendenti dell’azienda Amu, quando ci fu un incontro prima con i vertici e poi con i sindacati. Una protesta scaturita dalla mancanza di fondi e quindi dalla decurtazione degli stupendi. I dipendenti avevano chiesto l’intervento del comune, il quale aveva dato ai vertici un termine entro il quale avrebbero dovuto dar vita ad un piano di rientro economico attraverso strategie aziendali. Un ping-pong di botte e risposte tra i due soggetti, che si sono trovati d’accordo solo nel dare responsabilità alla Provincia e alla Regione. Il Cda dell’azienda mobilità ufitana è consapevole delle condizioni finanziarie e teme il mancato pagamento degli stipendi. In questa settimana sarà proposto un nuovo piano industriale che prevede l’eliminazione di alcune corse che ogni anno coprono più di 400mila chilometri – di cui solo 116mila vengono garantiti dal contributo regionale -. Il direttore di esercizio dell’Amu, Caccese, spiega che bisogna invertire la tendenza: sarà chiesto al comune la gestione dei parcheggi coperti e a raso, utilizzando al meglio anche la struttura di località “Fiumarelle” e procedendo a nuovi investimenti. Si chiederà all’ente di intervenire verso la fine dell’anno con un contributo speciale per rimettere a posto i conti. Non si potrà più indugiare sull’affidamento dei parcheggi all’Amu, e diventerà necessario aprire ai privati la struttura Fiumarelle, con il potenziamento del parco auto. Ma tutto dipenderà anche dal piano provinciale dei trasporti, che la Provincia da tempo annuncia come imminente. Intanto a luglio scorso, i dipendenti hanno già ricevuto metà della quattordicesima con il rischio del mancato pagamento degli stipendi e con la decisione - da parte loro - di una paralisi totale delle corse in segno di protesta.
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