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Avellino, ecco la Giunta di Foti: malumori in vista

E alla fine la giunta arrivò. Dopo settimane di tensioni, indiscrezioni e trattative serrate, il sindaco Paolo Foti ufficializza alla città la sua squadra di governo.  Per il partito democratico entrano nell’esecutivo Caterina Barra, con delega alle “Infrastrutture e ai beni comuni” ; Stefano La Verde, con delega alla “Coesione sociale, solidarietà e partecipazione”. Per Autonomia Sud, il partito di Arturo Iannaccone, c’è Lucia Vietri con delega alle “Politiche giovanili e pubblica istruzione”.  Ambiente, mobilità e sicurezza sono affidate a Giuseppe Ruberto di Scelta Civica. Tutti esterni e tecnici gli altri quattro assessori. La delega alla cultura va a Nunzio Cignarella; il personale ad Annamaria Manzo; la riqualificazione urbana a Roberto Vanacore; il bilancio ad Angela Spagnuolo; i fondi europei a Paolo Ricci. Dunque, una giunta poco politica e con tante presenze che vengono dal mondo accademico.
E non mancano le polemiche. Fuori dal governo della città sono infatti rimasti Gianluca Festa e le sue civiche, Sergio Trezza  e Centro Democratico.
Per il momento Festa mantiene la posizione e si dice parte integrante della maggioranza, pronto a giocarsi la sua partita nel congresso del Partito Democratico, quando gli equilibri dovrebbero cambiare. Spara a zero invece centro democratico che con il segretario Gaetano Musto rivendica mani libere in consiglio e negli enti: ‘’Ci saremmo aspettati una testimonianza di attenzione da parte del sindaco Foti. Ora valuteremo di volta in volta il nostro appoggio’’. Tace, infine, Sergio Trezza.
Tensione anche all’interno del Pd, che ieri in una riunione fiume ha scelto i suoi rappresentanti in aula. Alla guida del gruppo l’ha spuntata Ida Grella che come vice avrà Franco Russo.  Il ruolo di Presidente del consiglio comunale, come nelle previsioni, andrà a Livio Petitto, campione di preferenze alle elezioni.
Si tratta di decisioni tutte prese all’unanimità. Ma il fuoco cova sotto la cenere e l’incendio potrebbe divampare prima nella lotta per le poltrone degli enti di servizio, poi al congresso del Pd, in occasione del quale molti di quelli rimasti a mani vuote già sperano in un rimpasto.


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