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Avellino, malumori nel gruppo Pd dopo il rimpasto. L'Udc bacchetta Foti

consiglio comunale avellino

 ‘’Sono convinto di aver fatto le scelte giuste’’.  Nonostante mugugni e malumori, esterni e interni alla maggioranza, il sindaco di Avellino tira dritto per la sua strada e si prepara a presentare la sua nuova giunta al consiglio comonale.
Quattro le new entry nell’esecutivo: Giordano all’Urbanistica, Iandiorio al Commercio, Iaverone al Bilancio, Preziosi ai lavori pubblici. Fuori Vanacore, Vietri , Spagnuolo e Barra. Dunque in giunta più consiglieri e meno tecnici.  Il sindaco sottolinea che per gli uscenti non si tratta di una bocciatura, ma serve un cambio di passo per affrontare le emergenze della città. Il programma sarà presentato all’aula il 17 novembre.
Dicevamo dei malumori, e quelli nel Pd non mancano mai. Quando si fa un rimpasto di giunta si finisce sempre per accontentare qualcuno e scontentare qualcun'altro. E anche stavolta l’eccezione alla regole non c’è stata.
C’è chi dice che l’esecutivo non andava toccato in questa fase, Lorenzo Tornatore; chi chiede spiegazione sulla nomina del tecnico Preziosi, Mario Cucciniello; chi parla di aspettative assolutamente deluse, come Nadia Arace e Barbara Matetich. Nella veste di pompiere c’è Franco Russo: ''dispiaciuto per l’uscita di Barra, ma arrivano persone capaci''.
Resta l’incognita Gianluca Festa. Rotto l’asse con Petitto, l’ex vicesindaco e la pattuglia di consiglieri che gli è rimasta fedele potrebbero portare scompiglio in aula. A lui il rimpasto non è piaciuto per niente.
LA NOTA DELL'UDC
«La montagna ha partorito il topolino. Al sindaco Foti avevamo consigliato subito dopo le dimissioni, appellandoci alla sua autonomia, di individuare figure di spessore e di comprovata competenza e di arrivare in Aula per discutere dei problemi di Avellino. Nulla di tutto questo è accaduto e con il varo del nuovo esecutivo, Foti certifica il suo fallimento». E’ quanto sostiene il gruppo consiliare dell’Unione di Centro al Comune di Avellino.
«L’operazione rimpasto – si legge ancora – si caratterizza quale accordo al ribasso. Il sindaco si conferma ostaggio di un correntismo spinto, assecondando ambizioni personali che provengono dalla sua maggioranza e legittimando equilibrismi che nulla hanno a che fare con l’interesse per la Città».
«Il fallimento dell’esperienza Foti – si conclude il documento dei consiglieri dell’Unione di Centro – sta nel metodo utilizzato tale fa far prevalere gli aspetti di organigramma a quelli di programma e che si sostanzia in un gioco di pedine inutili. Il fallimento del sindaco sta nell’aver rinunciato alle sue prerogative, allontanando progressivamente tutte quelle figure che egli stesso si era scelto, quegli assessori che avrebbero dovuto qualificare la sua amministrazione. Oggi ci troviamo di fronte ad un’operazione di basso profilo. La Città resta sullo sfondo. E questo è certamente il dato più preoccupante di tutti».

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