L’ospedale Moscati di Avellino, dopo lo stop dei ricoveri in base alle prenotazioni e alle liste, da oggi ha ripreso a pieno regime su decisione del direttore generale Giuseppe Rosato. E’ stato infatti revocato il provvedimento volto a bloccare i ricoveri che andavano ad intasare i reparti di medicina generale, neurologia e gereatria. Da oggi la situazione è tornata alla normalità: come sostiene Rosato, si rende necessario il ritorno al quotidiano lavoro di pratiche per il ricovero, per evitare di pesare troppo sulle liste d’attesa relative agli interventi chirurgici. Ma con ciò non significa che i problemi siano stati superati. Il Moscati, pur restando un ospedale eccellente per l’intero Mezzogiorno, per la qualità dei servizi offerti ai pazienti e per la professionalità dei medici altamente qualificati, evidenzia notevoli anomalie dopo i tagli effettuati in ambito sanitario. Il disagio si avverte nella mancanza di personale: medici, infermieri, tecnici, operatori socio-assistenziali. Poche persone a lavoro, meno posti letti e contemporaneamente una richiesta in eccesso di prestazioni da parte dell’utenza. Inoltre molti servizi privati, dagli ospedali ubicati sul territorio irpino, vengono dirottati al Moscati intasandolo maggiormente nonostante abbia perso quasi 300unità utili ad affrontare le emergenze messe in evidenza dal direttore generale. Questi accusa il governo, la politica locale e regionale di immobilismo e lassismo. Al fianco della struttura sanitaria avellinese, scendono in campo anche Cgil e Cisl.
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