La qualità della vita del capoluogo irpino, è al centro di un dibattito politico che coinvolge soprattutto i candidati pronti ad affrontare una tornata amministrativa che si arricchisce, giorno dopo giorno, di un confronto su temi di assoluta importanza per i cittadini. Traffico, trasporti pubblici e rifiuti sono diventate le vere spine nel fianco della città tanto che nella classifica nazionale sulla qualità della vita, Avellino va sempre più giù. Per quanto riguarda lo smog presente nell’aria che si respira, i parametri sono elevatissimi, in quanto la circolazione delle autovetture negli ultimi anni è aumentata. Si preferiscono ancora le macchine ai mezzi pubblici. In città mancano aree ciclabili ben attrezzate e scarsi miglioramenti si notano per le aree pedonali e le zone a traffico limitato. Per non parlare del servizio di raccolta differenziata porta a porta spinto, che ancora non decolla in maniera definitiva, tanto che per mancanza dei bio secchielli, il servizio è stato sospeso. I kit sono stati distribuiti solo a 21 mila famiglie. Mancano all’appello circa 4500 utenze e fino a quando la distribuzione non sarà completata, il piano di raccolta differenziata porta a porta della frazione umida, del vetro, della plastica, della carta e dell’indifferenziato previsto per 26mila famiglie avellinesi, non potrà essere messo in atto.
Nel capoluogo irpino è in aumento la povertà, segno di un enorme disagio sociale determinato sì dalla crisi, ma anche dall’indifferenza di una classe politica che non riesce a dar vita ad un concreto piano sociale rivolto alle centinaia di famiglie avellinesi che sempre più si rivolgono alla Caritas per un aiuto concreto. L’appello arriva proprio dal volontariato che, dati alla mano, non nasconde la preoccupazione per nuove ondate di nuclei familiari che non riescono a far fronte più alle tante esigenze. E’ per questo che bisogna che i politici puntino su una programmazione seria, assumendosi delle responsabilità.
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