Dopo 133 anni di attività la Regione chiude la Stazione ferroviaria di Avellino. Servizi minimi assicurati dalle Ferrovie dello Stato tramite linee su gomma. Delusi e amareggiati i cittadini secondo cui la stazione in realtà è morta da anni per il disinteresse delle Istituzioni.
L'IRA DEL PD. LA NOTA DEL SEGRETARIO CATERINA LENGUA:
''Ancora una volta la giunta regionale della Campania mortifica i cittadini di Avellino e della sua provincia, con un provvedimento ingiustificabile che condanna alla chiusura uno dei terminal ferroviari più antichi d'Italia, la stazione di Avellino.
Il Partito Democratico deplora prima ancora degli ennesimi tagli inferti ai servizi pubblici dell'Irpinia, la filosofia che ha ispirato la riprogrammazione del sistema ferroviario campano.
L'assessore Vetrella anche in questa circostanza stritola il diritto dei cittadini e dei territori nell'ingranaggio delle esigenze contabili che, ad oltre due anni di governo targato Caldoro, la Giunta Regionale dimostra di non sapere interpretare a vantaggio del contribuente-utente campano.
Il PD irpino esprime la propria vicinanza ed il proprio sostegno ai lavoratori del settore, agli utenti della provincia di Avellino, alle associazioni mobilitate contro questo provvedimento e alle organizzazioni sindacali, in questo momento difficile per la nostra Comunità.
La Regione Campania, ha il dovere di perseguire una razionalizzazione della spesa, una riorganizzazione ispirata all'efficienza di tutti i servizi, ma inquadrando queste giuste esigenze di rigore in una politica che rispetti il diritto di un territorio alla sua dignità e alla sua storia.
Dopo oltre 130 anni, Caldoro e Vetrella hanno messo la parola fine ad una illustre vicenda irpina, che nelle sue valli ha visto correre i primi treni della storia d'Italia.
Il Pd sarà al fianco delle iniziative di protesta preannunciate contro questa scellerata decisione''.
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