Dopo mesi di mobilitazioni e l’ok della Regione, la Comunità Montana dell’Ufita ha messo in pagamento le mensilità arretrate dei circa 300 lavoratori, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato. L’ente - ha voluto sottolineare il presidente Famiglietti - ha fatto un ulteriore sforzo rispetto a quanto disposto dalla Regione Campania andando ad impegnare altri fondi per il pagamento degli arretrati. In totale un milione e settecento mila euro che entro ferragosto dovrebbero essere in banca per la riscossione. Ma intanto c’è preoccupazione perla situazione che riguarda 10 lavoratori che rischiano il licenziamento o il demansionamento. Nell’ultima visita medica i lavoratori in questione non sarebbero risultati idonei al lavoro oppure idonei solo parzialmente. Qualche giorno fa i sindacati avevano sollevato molte perplessità in ordine a questo provvedimento. Una contraddizione, avevano detto, perché l’ente ha in sostanza ottenuto tale giudizio facendo ricorso ai precedenti verbali medici in cui, proprio l’operatore sanitario designato dalla comunità montana, aveva invece dato parere positivo sull’idoneità allo svolgimento delle mansioni che già svolgevano.Un piccolo giallo secondo i sindacati che troverà una risposta giovedì nell’incontro convocato dal presidente. Situazione invece critica alla Comunità Montana Irno solofrana. Qui gli stipendi arretrati maturati sono 19 e nonostante la regione abbia sbloccato i fondi per pagare quatto stipendi, non c’è il personale dell’ente addetto ai pagamenti. Chiuso per ferie, dunque e i lavoratori per protesta hanno sospeso il servizio antincendio boschivo.
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