Si saprà entro questa sera il destino dei professionisti del Consorzio per le Politiche Sociali Ambito A1 con il quale hanno avuto un rapporto a tempo determinato fino allo scorso 31 luglio. Da allora, fra proteste e tavoli di concertazione, si è arrivati ad una bozza di accordo. L’incontro fra i 33 operatori sociali sarebbe dovuto avvenire ieri pomeriggio per fare il punto sulla proposta del’azienda consortile. Invece, pare sia stato fissato quest’oggi alle 15:00 presso al sede di via Fontananuova. Qualche ora dopo, inoltre, i sindacati dovranno incontrare il direttore generale Pippo e parte del consiglio di amministrazione per dare il via libera alle nuove forme contrattali. Ricordiamo, infatti, che sfumata l’ipotesi di prorogare i contratti a tempo determinato, potrebbero essere sottoscritti quelli a progetto. Sarà una forma temporanea di contratto che dovrebbe essere confermato nelle more di una regolarizzazione la quale dovrà avvenire mediante bando di concorso. Mentre le parti sociali tendono ad assicurare almeno il livello retributivo per i professionisti del sociale, spetterà ai tecnici Consorzio per le Politiche Sociali Ambito A1 stabilire la forma giuridica più idonea entro la fine del mese. Ma sembra opportuno raccontare che per 9 anni questi lavoratori hanno avuto un contratto di collaborazione coordinata e continuativa i cosiddetti co.co.co. Scaduti il 31 dicembre 2011, i contratti sono stati sottoscritti con il consorzio A1 che nel frattempo si era strutturato come ente autonomo. Emersa la necessità di definire una forma contrattuale adeguata a decorrere dal 01 /01/2012 il consorzio richiese un parere pro veritate per capire se fosse stato possibile continuare a far sottoscrivere contratti co.co.co. Questo parere fu negativo in quel senso. Ecco perché sono stati proposti contratti a tempo determinato: più tutele, una copertura contributiva, ferie malattie, il TFR, e assegni familiari. Da allora, raccontano gli operatori, abbiamo iniziato a sentirci dei lavoratori dal punto di vista contrattuale, con diritti e doveri, almeno fino al 31 luglio. Ad oggi, c’è ancora un grande dilemma.
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