Come stabilito dall’assemblea dei sindaci, il direttore ha provveduto nell’immediato alla revoca, pena le dimissioni. I primi cittadini, nella tarda serata di ieri, hanno manifestato il loro disappunto per la gestione consortile. Non avendo il potere di revocare il bando, hanno demandato al presidente del CDA di comunicare un indirizzo ben preciso: bloccare tutti gli atti che hanno portato al bando e di ripristinare lo stato di diritto. Chi con toni più morbidi, e chi visibilmente amareggiato hanno bacchettato Pippo e l’intero consiglio di amministrazione. Assente il primo, e già su questo si sono scatenate le polemiche tra i ventiquattro sindaci e delegati presenti. Ad aprire il dibattito, il sindaco di Casalbore, Raffaele Fabiano. Entra direttamente nel merito del bando affermando che “La mancata concertazione con le parti sociali non è l’unica cosa riscontrata, ma ci sono atti illegittimi. Alcuni regolamenti sarebbero stati modificati in parte non rispettando quanto sottoscritto dal consiglio di amministrazione. In sostanza, quanto pubblicato è diverso da quello che è stato deciso”. Sulla stessa linea, ma più tenero, il sindaco di Ariano. “Stiamo attenti e non muoviamoci in maniera avventata – dice Antonio Mainiero. Valutiamo tutti i passaggi e veder di arrivare alla sospensione di ogni attività posta in essere dal Cda e dal direttore generale che è l’unico che può revocare il bando”. Intervento conciso e duro quello, invece, di Vincenzo Sirignano. Il sindaco di Mirabella Eclano non usa i mezzi termini e definisce la gestione “disastrosa”. “Pippo non è all’altezza. Abbiamo fatto prevalere le logiche di schieramenti politici e il risultato è sotto gli occhi di tutti, finendo addirittura alla Procura. Si devono revocare gli atti e consiglio di amministrazione e direttore devono dare le dimissioni” – afferma abbandonando immediatamente dopo l’aula. Questo uno scenario possibile che è poi divenuto realtà, mentre un altro era stato prospettato dal sindaco di Grottaminarda. “Piuttosto che fare processi, ragioniamo per soluzione – esordisce Giovanni Ianniciello – e la mia proposta è sciogliere il Consorzio e nominare i liquidatori. Per il futuro dei servizi e dei lavoratori dobbiamo studiare la formula più opportuna. A mio avviso è la costituzione di un’associazione dei comuni”. Infatti, secondo Ianniciello revocato il bando, il problema resta. “Questo atto pur necessario e chiesto dalla politica – ha commentato – non risolve il problema del settore dei servizi sociali”. Ma l’ipotetica soluzione avanzata da Ianniciello già trova il disaccordo dei sindacati e dei lavoratori che hanno presidiato l’assemblea dall’inizio alla fine. Così infatti Enza Preziosi della Uil, a nome di tutte le sigle Cgil, Cisl e Ugl.
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