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Crisi al Comune, slitta il Consiglio: ma la schiarita è in vista

Ad Ariano consiglio comunale rinviato per il fine settimana. Il sindaco Mainiero ha qualche giorno in più per chiudere il cerchio. Intanto le acque a Palazzo di città si stanno calmando anche se i problemi rimangono sempre sul tavolo.

comune ariano

È stato spostato a venerdì in prima convocazione e sabato in seconda il consiglio comunale di Ariano a causa del lutto che ha colpito alcuni esponenti dell’amministrazione. Il differimento del civico consesso è stato deciso durante una riunione di capigruppo tenuta questo pomeriggio a Palazo di Città e coordinata dal presidente del consiglio comunale facente funzioni, Giovanni La Vita, che ha rinviato per il fine settimana la surroga del consigliere dimissionario Puopolo e l’elezione del presidente e del vicepresidente. Intanto anche se i bilaterali annunciati dal sindaco Mainiero non si sono tenuti ufficialmente, negli ultimi giorni ci sono stati solo incontri informali per discutere della questione politica. Un nuovo summit di maggioranza è atteso per venerdì, giorno in cui i capigruppo attendono le comunicazioni del sindaco Mainiero che dovrebbe spiegare in quale modo intende andare incontro alle richieste dei partiti che hanno scoperto le loro carte nel summit di sabato pomeriggio. E’stato in questa sede che sono usciti a galla i nodi di carattere politico amministrativo e che sono stati censurati i comportamenti di alcuni consiglieri che hanno disertato il civico consesso di dieci giorni fa. Una lunga discussione che ha portato ad una schiarita momentanea perché stando ad oggi sembra che la crisi sia rientrata un po’. Il sindaco ha messo l’ennesima toppa alla questione politica ma il bailamme potrebbe riesplodere ancora dal momento che il presidente del consiglio comunale non è stato eletto, il posto dell’assessorato ai lavori pubblici è vacante, e la nomina del dirigente dell’ufficio tecnico rimane solo sulla carta. Intanto la minoranza in maniera compatta grida allo scandalo per quanto successo accusando la maggioranza di bloccare una città per la spartizione di incarichi e nomine.  

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