‘’In seguito al provvedimento di sequestro preventivo, da parte della Procura della Repubblica di Avellino, della ex Dogana e delle aree circostanti, il Sindaco Paolo Foti, in qualità di custode dell’ edificio,  subito dopo la effettiva avvenuta esecuzione degli interventi necessari per la messa in sicurezza, così come richiesto, si adopererà per la immediata riapertura, al traffico veicolare e pedonale, delle strade interessate dal sequestro’’. Con questa breve  nota Palazzo di Città cerca di placare le ire degli avellinesi. Quella della dogana è una storia che dura da troppo tempo: della storica struttura non resta che una facciata malmessa e pericolante, tanto che il procuratore Cantelmo ha dovuto far chiudere via modestino del Gaizo per evitare che la dogana crollasse intesta a qualche passante o sulle auto in transito. Un provvedimento di emergenza che ha subito allertato pulizia municipale e vigili del fuoco. Inevitabili i disagi al traffico e le polemiche dei residenti, A finire sotto accusa soprattutto i ponteggi tiranti intorno alla dogana per evitarne il crollo. Non sono nelle condizioni di svolgere adeguamento il loro compito, quello di garantire la tenuta della struttura e l’incolumità dei cittadini.
Ma non c’è solo la dogana sul tavolo del procuratore Cantelmo. E’ di queste ore infatti un nuovo blitz presso gli uffici del comune capoluogo per  acquisire documenti sull’ex Gil. Si tratta di una indagine separata da quella sull’urbanistica già avviata dalla magistratura. Sotto la lente d’ingrandimento la gestione dei fondi europei e il completamento dei lavori di quella che doveva essere la casa del Cinema intitolata a Marino e D’Onofrio