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Ex Eliseo, il Comune nega l'accesso agli atti. Ma il sindacato non ci sta

ex eliseo

"Con una stringata nota datata 16 aprile ma pervenuta alla Fp Cgil (non si capisce perché non anche alla CGIL come se categoria e confederazione fossero la stessa cosa) soltanto lo scorso 3 maggio dopo oltre 50 giorni dalla richiesta, il Comune di Avellino ha espresso diniego all’accesso ai documenti tecnico-amministrativi relativi ai lavori di restauro e riuso funzionale del complesso ex GIL-Cinema Eliseo - così in una nota, il segretario Cgil Petruzziello e il segretario Fp Cgil D'Acunto -. La formuletta è quella solita di chi non vuol rendere note le carte: “non si rileva l’esistenza di un interesse diretto attuale e concreto” (sic!).
La Cgil e la Fp Cgil non ci stanno! Forse al Comune di Avellino si ignora che la norma attuale in materia di trasparenza degli atti pubblici precisa in maniera interessante i soggetti portatori di interessi pubblici o diffusi. Ma anche con la precedente formulazione della norma, la giurisprudenza aveva pacificamente ammesso la legittimazione attiva di associazioni portatrici di interessi diffusi, cioè di interessi che pertengono ad una pluralità di soggetti, unificata in una collettività, e che hanno per oggetto beni non suscettibili di appropriazione e godimento esclusivi. La Cgil e la Fp Cgil - continua la nota - hanno per Statuto (che forse il Comune di Avellino ignora) la tutela di alcuni interessi diffusi della collettività. Peraltro, il Consiglio di Stato ha chiarito che la nozione di situazione giuridicamente rilevante e nozione diversa e più ampia rispetto all'interesse all’impugnativa, e non presuppone necessariamente una posizione soggettiva qualificabile in termini di diritto soggettivo o di interesse legittimo. Pertanto la legittimazione all’accesso va riconosciuta a chiunque possa dimostrare che gli atti procedimentale oggetto dell’accesso abbiano spiegato o siano idonei a spiegare effetti diretti o indiretti nei suoi confronti, indipendentemente dalla lesione di una posizione giuridica, stante l’autonomia del diritto di accesso, inteso come interesse ad un bene della vita distinto rispetto alla situazione legittimante all’impugnativa dell’atto (Consigli o di Stato, sez. VI 27 ottobre 2006 n. 6440). Ciò detto, la CGIL e la FP CGIL produrranno tutti gli atti legali a tutela della difesa del diritto di accesso chiedendo, fin da ora, al Comune di Avellino di modificare il diniego in assenso evitando, in tal modo, eventuali ulteriori azioni", concludono.

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