Lettera aperta del sindaco di Gesualdo, Domenico Forgione
"L’Irpinia è una terra tristemente nota per terremoti e per discariche, ma non meno famosa per le sue eccellenze territoriali e per il suo paesaggio verde e rigoglioso. Il Nostro è un territorio fertile, ricco di acqua, su cui si fonda un’economia prevalentemente agricola. Da diversi anni le energie degli amministratori si sono concentrate sullo sviluppo rurale integrato: crescita armonica non solo per l’agricoltura (la spina dorsale del tessuto produttivo locale), ma anche di altri settori quali il turismo sostenibile legato alla fruizione dei beni culturali ed ambientali di cui essa è ricca. Per non vanificare gli ingenti sforzi finora compiuti nel campo della Pianificazione e dell’Attuazione dei Programmi di Sviluppo Locale, bisogna avere la piena consapevolezza che tutto il territorio della Provincia di Avellino costituisce, nel suo insieme, una risorsa di grande rilievo, necessariamente da salvaguardare da tutto ciò che compromette la bellezza ed il valore delle peculiari risorse presenti, molte delle quali con valenza riconosciuta a livello nazionale ed internazionale.
L’Irpinia ha beneficiato, infatti, di cospicue risorse finanziarie rese disponibili dai vari programmi e strumenti di intervento pubblico (progetti Leader, Patto territoriale, Patto agricolo, misure POR, PSR) grazie alle quali sono state incentivati insediamenti imprenditoriali ed opere infrastrutturali, strategiche ai fini dello sviluppo locale e rurale orientate verso l’ambiente e la valorizzazione delle peculiarità del territorio. Ma la preoccupazione più seria concerne il fatto che l’Irpinia è il CENTRO IMBRIFERO più importante del Mezzogiorno d’Italia, cui attingono acqua potabile 4 regioni, la città di Napoli e circa 10 milioni di cittadini. I Sindaci della Nostra Provincia hanno orientato le proprie scelte in ossequio ai fondi ottenuti ed in virtù di quelli da ricevere. La questione delle trivellazioni è stata inoltre portata all’attenzione sia dell’Unione dei Comuni della Valle dell’Ufita e sia dell’ATS Montella – Calitri che ricomprende diversi comuni.
Tutta la classe dirigente dei Nostri Territori ha il dovere di intervenire in questa triste vicenda affinché il destino dei Nostri Padri, che hanno lasciato la loro amata terra, resa amara da catastrofi ambientali, non lo subiscano anche i figli; questa volta, però, per mano dell’uomo e per le scelte inopportune e distanti dal tipo di sviluppo ipotizzato, peraltro, in stridente contrasto con le politiche energetiche europee. Lo sviluppo “economico” o “energetico” di un Paese Civile, quando può mortificare la vita di un solo uomo, deve arretrare.
Questo per quanto mi riguarda è senso dello Stato.
Queste sono le ragioni che spingono a dire No al Petrolio."
L’Irpinia ha beneficiato, infatti, di cospicue risorse finanziarie rese disponibili dai vari programmi e strumenti di intervento pubblico (progetti Leader, Patto territoriale, Patto agricolo, misure POR, PSR) grazie alle quali sono state incentivati insediamenti imprenditoriali ed opere infrastrutturali, strategiche ai fini dello sviluppo locale e rurale orientate verso l’ambiente e la valorizzazione delle peculiarità del territorio. Ma la preoccupazione più seria concerne il fatto che l’Irpinia è il CENTRO IMBRIFERO più importante del Mezzogiorno d’Italia, cui attingono acqua potabile 4 regioni, la città di Napoli e circa 10 milioni di cittadini. I Sindaci della Nostra Provincia hanno orientato le proprie scelte in ossequio ai fondi ottenuti ed in virtù di quelli da ricevere. La questione delle trivellazioni è stata inoltre portata all’attenzione sia dell’Unione dei Comuni della Valle dell’Ufita e sia dell’ATS Montella – Calitri che ricomprende diversi comuni.
Tutta la classe dirigente dei Nostri Territori ha il dovere di intervenire in questa triste vicenda affinché il destino dei Nostri Padri, che hanno lasciato la loro amata terra, resa amara da catastrofi ambientali, non lo subiscano anche i figli; questa volta, però, per mano dell’uomo e per le scelte inopportune e distanti dal tipo di sviluppo ipotizzato, peraltro, in stridente contrasto con le politiche energetiche europee. Lo sviluppo “economico” o “energetico” di un Paese Civile, quando può mortificare la vita di un solo uomo, deve arretrare.
Questo per quanto mi riguarda è senso dello Stato.
Queste sono le ragioni che spingono a dire No al Petrolio."
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