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Grottaminarda, il sindaco Spera replica agli ex assessori

Comune di Grottaminarda (Comune di Grottaminarda)

«"Cambiamento, Rinascita, Coraggiosi", queste definizioni hanno contraddistinto un gruppo di persone che hanno pensato di sovvertire un modo arcaico, consumato, obsoleto e contrastante con le nuove esigenze della politica e della amministrazione della cosa pubblica. La vittoria schiacciante conseguita ha rilanciato una speranza di grande riformismo degli apparati, nonostante i continui maldestri ed inutili tentativi di abbatterci. Tutti dovranno governare nei modi e nelle forme consentite, senza rendite di posizione, senza primati e privilegi ingiustificati, con massima collegialità: "uno per tutti e tutti per uno". Questo ho inteso in questi anni difficili ma esaltanti, e questo per me è un dogma imprescindibile, rafforzato da un accordo sacro, detto e ridetto, studiato e ristudiato, accettato e maledetto da qualcuno, anche se non scritto. Nessuna differenza tra assessori e consiglieri, nessun privilegio incondizionato ma discussione plurale e collegiale per approdare alle decisioni finali per salvaguardare il bene comune, sempre con rispetto per tutti ma senza rendite di ruolo e posizione. Popolo sovrano. Pertanto, con la fermezza di chi è pronto anche a tornare a casa qualora non riuscisse a mantenere gli impegni presi io sono andato e andrò avanti. Ho ringraziato più volte TUTTI per il lavoro svolto e chiesto collaborazione. Purtroppo, qualcuno allo scadere del “metà mandato” ha  pretestuosamente rinunciato al mandato stesso, cominciando a remare contro, rifiutandosi finanche di parlare con un Sindaco che per ben due volte ha chiesto davanti a svariate persone di parlare in singolo con ogni consigliere. Alcuni con rispetto e senso del dovere hanno accettato la verifica, altri hanno inspiegabilmente rinunciato  introducendo la presunta costituzione di un gruppo nel gruppo, irrituale, ingiusta, pretestuosa e fratturativa. La costituzione di un gruppo di tre assessori e/o consiglieri che sancirebbe la morte della Rinascita, senza aggiungere altro sulla valenza politica e amministrativa. Va considerato che il Sindaco ha finanche accettato di parlare con questo fantomatico gruppo, ma solo dopo le normali consultazioni in singolo, alla presenza del Segretario comunale, ed anche questa proposta è stata rifiutata. Come spiegarsi che dicano che un Sindaco ha rifiutato il dialogo? Come spiegarsi  che da tempo non si vedono e sono spariti dai radar? Come spiegarsi che hanno indebolito la macchina amministrativa, e mi fermo a questo. Come spiegarsi che ora asseriscono che li ho spogliati delle deleghe? Loro hanno apertamente e fattivamente rinunciato al ruolo e alle deleghe, anche con gravi ripercussioni etiche e pratiche  e il mio intervento ha parzialmente ricostruito un’operatività degna. La verità, senza se e senza ma, come qualcuno ha chiesto giustamente, è che hanno messo in discussione la mia persona, la mia moralità, il mio senso di giustizia e rispetto verso il popolo. Se intendono ancora amministrare potranno farlo nei modi e nelle forme che la legge, la propria coscienza e la propria carica istituzionale impongono. Io sarò sempre felice di riceverli con l'affetto e la cortesia che conviene, ma non accetterò di rinnegare la storia mia, del gruppo, e il mandato che il voto popolare ha tributato a tutti noi. Tralasciando accuse e improperi a me diretti, dettati da vizi ancestrali non ancora eliminati, ritengo che mai un gruppo ha amministrato in modo cosi trasparente, collegiale e libertario; mai tante menti insieme hanno contribuito  in modo aderente e costruttivo  alla realizzazione di un programma; mai tante e diverse persone hanno contribuito lavorando gratuitamente. Come Sindaco sono stato accusato di ascoltare troppo e troppi, e mai di decidere da solo. Non intendo conservare il potere, anzi sono sicuro che per evitare i poteri forti devono essere coinvolti e allargati i tavoli decisionali, per evitare le derive autoritarie e gli errori. Tanti giovani dovranno avvicinarsi alla politica e questo sarà il mio compito più nobile in questa seconda parte della legislatura. Nessuna rendita di posizione, nessun diritto acquisito a vita per eredità, ma solo più ruoli e spazi a chi lavora sodo, a chi lavora disinteressatamente, a chi ha a  cuore la cosa pubblica e non se stesso. Tutto il resto chiacchiere da marciapiede, dagli attacchi ad personam alle critiche di inciucio, un teatrino per mascherare frustrazioni e dare colpe ingiustificate, e per far parlare vari sciacalli in agguato. Andiamo a lavorare in silenzio e "cessate il fuoco"». Marcantonio Spera

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