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Grottaminarda, nessuna risposta positiva per i genitori dei bambini disabili

antenna sociale grotta

Non ci sono al momento soluzioni per i genitori dei disabili dell’Antenna di Grottaminarda, e per tutto l’Ambito A1. Nella sostanza mancano i servizi essenziali, figuriamoci quelli accessori come il Servizio di Integrazione Scolastica. Il motivo? Mancanza di fondi. Dal consiglio di amministrazione del Consorzio Sociale rimarcano che dal 2010 non arrivano risorse né dalla Regione né dai comuni associati. A detta del vicepresidente Villanova sarebbe opportuno creare una sinergia di protesta fra le varie componenti Scuola-Consorzio-Famiglie affinché il Provveditorato allo Studio ripristini congruamente le ore di sostegno per i bambini diversamente abili e la Regione destini le dovute risorse al sociale ripristinando tutto il corollario di servizi quali l’educativa domiciliare, i centri socio-educativi per diversamente abili e la stessa integrazione scolastica. A questo punto emerge una situazione decisamente al collasso, non più tollerabile dagli utenti ma allo stesso modo dalla stessa struttura consortile. Si invoca una strategia comune, invertendo la contrapposizione fra cittadini e fruitori di servizi. Tutti dallo stesso lato della barricata. Ma gli amministratori comunali? Il Cda si dice fiducioso “per il futuro soprattutto alla luce della ritrovata armonia e sinergia fra i vari sindaci; strutturalmente l’Azienda è stata risanata dalla mole dei debiti pregressi nei confronti delle cooperative sociali e dei vari attori in campo, si sono poste le basi per un rilancio forte dei servizi, mentre per la multa dell’Inps e le vertenze in corso si precisa che non ci sono esiti definitivi e trattasi di situazioni pregresse non determinate da questa gestione”. È un pentolone in esplosione e i sindacati rincarano la dose, denunciando il silenzio che arriva sul fronte delle scadenze contrattuali per i 33 operatori. A questi lavoratori si aggiungono poi quelli delle cooperative sociali che vedranno venir meno il proprio contratto di lavoro a causa della mancanza degli appalti. Una realtà più volte denunciata dalla Cgil, Cisl, Uil e Ugl ma che di fatto è poco considerata se non ignorata dalla politica locale che pensa maggiormente a dividersi ruoli in Cda Consortili piuttosto che cercare soluzioni idonee a mantenere alto il livello occupazionale e dei servizi territoriali. 

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