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I Giovani progettano il territorio della Città dell’Alta Irpinia

18 e 19 novembre il seminario con Gino Mazzoli a Sant’Angelo dei Lombardi


Due giornate che segnano l’inizio di un itinerario che vedrà protagonista, in modo continuativo, un gruppo di giovani con responsabilità sociali e politiche del territorio della Città dell’Alta Irpinia, con l’obiettivo di progettare iniziative che consentano lo sviluppo di questo territorio.
Il 18 e il 19 novembre negli spazi dello SpIC a Sant’Angelo dei Lombardi si ritroveranno circa 30 ragazzi e ragazze provenienti dai 25 comuni che lavorano in forma associata sui temi della Strategia Nazionale Aree Interne: un momento di formazione e progettazione guidato dal Professore Gino Mazzoli, esperto di welfare e processi partecipativi, insegna alla facoltà di psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, ed è anche AD di Allestimenti sociali S.r.l.
«La questione – spiega Mazzoli - non è sopravvivere o implorare alcuni giovani affinché “restino in montagna”, ma provare a pensare e progettare come abitare al Sud, in montagna, per i giovani oggi. Non si tratta di pensarlo come un gesto ascetico o eroico ma come una scelta lungimirante rispetto alla qualità della vita. Infatti in tutta Italia (ma non solo) si registra un aumento della popolazione che si sposta verso le montagne dopo il COVID. Le persone cercano non solo una migliore qualità dell’aria, ma anche una migliore qualità relazionale, una diminuzione dello stress, delle code e della tensione. Aree sufficientemente cablate consentono di sviluppare tipologie di lavori assolutamente al passo con i tempi. Dunque non si tratta di giocare in difesa, ma di proporre opportunità attrattive per giovani e non giovani provenienti da altri territori, evidenziando le potenzialità di questo contesto». 
La velocizzazione dei processi che ci attraversano rende obsoleta la distinzione tra politico, sociale ed economico. «E infatti – Mazzoli fa un esempio - mantenere in vita un piccolo negozio di alimentari di un paese in montagna, facendogli assumere magari il ruolo di recapito postale, deposito per le provette dei laboratori di analisi per l’ospedale, radar per la situazione degli anziani autosufficienti, ecc. è un’iniziativa economica, ma al contempo produce legami sociali perché la tenuta di un esercizio commerciale garantisce il mantenimento delle reti sociali e familiari, e allo stesso tempo è una scelta politica  per lo  sviluppo di quel  territorio nel senso che impedisce che vada  in rovina». Dunque allestire un contesto per capire quali sono le opportunità e le criticità, progettare piste di lavoro per lo sviluppo di questo territorio, provare a cominciare ad assumere qualche contatto per capire la praticabilità di tali piste di lavoro, può ben considerarsi nei tempi attuali un percorso di formazione alla politica nel senso più alto. 
Un percorso formativo con un pensiero molto ravvicinato al fare, che è il pensiero più complesso, perché nel cielo astratto delle teorie è facile trovare aggiustamenti, ma anche non toccare mai la terra. Più difficile è invece trovare momenti di sosta all’interno dell’azione. Ed è ciò che più manca oggi: una riflessione collettiva sul fare. Questo è appunto il prodotto che il nostro percorso vuole costruire. Un percorso centrato sulla progettazione di iniziative in grado di dare significato alla permanenza nella comunità dell’Alta Irpinia. Una presenza in grado di attrarre altri giovani e altre famiglie.

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